Cominciamo subito ricordando che le pause durante l'orario di lavoro sono un diritto stabilito dalla legge del 2003, a tutela della salute dei lavoratori: almeno 10 minuti ogni 6 ore.
Il loro effetto benefico sulla salute è comprovato, visto che servirebbe fisiologicamente una pausa ogni 90 minuti o
massimo 120, pena la decadenza della soglia di attenzione e quindi anche della produttività lavorativa.
Qualche volta però la gestione delle pause (la cosiddetta pausa caffè) non è cosa facile e l’azienda tende a contenerla anche se in realtà esiste una norma in materia, seppure lacunosa.
Secondo il Decreto n. 66 del 2003, in difetto di più puntuali accordi aziendali, ogni lavoratore ha diritto ad almeno dieci minuti di pausa per ogni turno di lavoro che superi le sei ore giornaliere (oltre a undici ore di riposo consecutive tra un turno e l’altro).
Le modalità di effettuazione e la durata della pausa dovrebbero essere stabilite dai contratti collettivi di lavoro, in difetto è valida la prescrizione di legge secondo la quale «al lavoratore deve essere concessa una pausa, anche sul posto di lavoro, tra l’inizio e la fine di ogni periodo giornaliero di lavoro, di durata non inferiore a dieci minuti e la cui collocazione deve tener conto delle esigenze tecniche del processo lavorativo».
Il nostro CCNL prevede, per i lavoratori addetti ai videoterminali in via esclusiva , il diritto ad una pausa di un quarto d’ora dopo 2 ore di adibizione continuativa a tali apparecchiature.
A ciascun addetto in via esclusiva ai centralini telefonici viene concessa dall’impresa una pausa di mezz’ora nella giornata, divisibile anche in due periodi.
L’argomento rimane tuttora controverso e di non semplice regolamentazione.
Come in molte situazioni dovrebbe prevalere, sia da parte dei datori di lavoro che dei dipendenti, il senso della misura e il buon senso e sappiamo quanto, in questi giorni, ve ne sia bisogno.