Giuseppe Algeri

Giuseppe, molti si chiedono chi sia il nuovo coordinatore della FABI di Veneto Banca e del Gruppo Veneto Banca, puoi raccontarci qualcosa di te?
Non è facile riassumere 37 anni di vita in poche parole, soprattutto quando si ha avuto una vita intensa e ricca di cose da raccontare. Sono nato e ho sempre vissuto in Provincia di Bergamo. Sono una persona come tante, cresciuta in una famiglia umile, l’ultimo di tre figli. Ho studiato ragioneria a Bergamo, frequentando un indirizzo sperimentale (indirizzo giuridico economico aziendale). Dopo il servizio di leva ho avuto la fortuna di trovare un impiego presso la Banca Popolare di Bergamo – C.V. e ho lavorato per più di 6 anni in una Filiale a Monza. Ho fatto la classica gavetta: Cassiere, Responsabile Area Operativa, Addetto Privati e Addetto Piccole e Medie Imprese, dopodiché ho deciso di licenziarmi e aprire un ufficio come Mediatore Creditizio. Un’esperienza molto impegnativa che mi ha permesso di crescere molto e comprendere cosa significa gestire un’attività in proprio. Da allora ho ancora più rispetto per gli imprenditori. Da buon bergamasco quale sono, uscivo di casa alle 08:00 per rientrare alle 22:00 e non avevo più tempo per coltivare i miei hobby e le mie passioni. Per questo motivo, quando nel 2001 mi è stato proposto di rientrare in banca, ho accettato volentieri e ho iniziato a lavorare presso la Banca di Bergamo (Gruppo Unicredit e poi Gruppo Veneto Banca) come Consulente Finanziario presso la Filiale di San Paolo d’Argon. Il 2002 è stato un anno pieno di sorprese. Mi sono iscritto all’Università e ho deciso di fare il Sindacalista per la FABI alla quale sono iscritto da quando ho iniziato a lavorare.
Come deve essere un Sindacalista e come si concilia con un percorso professionale?
Ho sempre sostenuto, e lo sostengo ancora, che un Sindacalista dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio. Per questo motivo mi sono rimboccato le maniche e ho sempre cercato di dare il massimo sia come sindacalista sia come bancario. Le soddisfazioni non hanno tardato ad arrivare: ho partecipato a numerose trattative tra cui quella per negoziare il CIA di Banca di Bergamo e qualche anno fa mi è stato proposto di fare il Responsabile di Filiale. Fare il Responsabile di Filiale non è stata una decisione facile da prendere. Ero ben conscio dell’impegno che questo ruolo implicava, senza dubbio oggi uno dei più complicati. Ho accettato. La prima nomina è stata come Responsabile della Filiale di Gazzaniga e dopo circa due anni sono stato nominato Responsabile della Filiale di Grumello del Monte. In Ufficio, ma anche nella vita di tutti i giorni, ho sempre sostenuto che per ottenere i migliori risultati si debba cercare di creare un ambiente sereno. Ho sempre preteso da me stesso e dai miei collaboratori la massima correttezza e trasparenza convinto che, solo comunicando, si riesce a superare ogni difficoltà. Purtroppo viviamo in una società nella quale non sempre chi ha il coraggio di dire quello che pensa è ben visto; al contrario è spesso considerato una persona scomoda.
Caro Giuseppe, come ci si sente nei panni di Coordinatore?
Innanzitutto voglio ringraziare tutta la FABI di Veneto Banca e del Gruppo per la fiducia che mi è stata accordata. Per me si apre un capitolo nuovo e spero di non disattendere le aspettative che sono state riposte nella mia persona. Sento di avere un’altra volta una grande responsabilità: essere il portavoce di più di 1.000 iscritti richiede fermezza e sangue freddo. Come ho già avuto l’occasione di spiegare al nostro 1° Congresso, il 20 maggio, giornata indimenticabile, io e gli altri colleghi eletti nelle segreterie, quella Aziendale e quella di Gruppo, vogliamo essere interlocutori intelligenti, capaci di ascoltare, ragionare, ma anche decisi a far valere le nostre ragioni in quanto ragioni dei colleghi che rappresentiamo.
Proprio perché baseremo la nostra attività sulla serietà, sulla chiarezza e sulla trasparenza è chiaro che non dovremo aver nessuna riserva a pretenderla anche dalle nostre controparti.
Con te sono stati eletti in Segreteria molti colleghi giovani; un caso o una precisa volontà ?
Caso o precisa volontà conta poco. Sono stati premiati impegno, onestà e coerenza. Vogliamo dare una nuova immagine di Sindacato e le iniziative che
abbiamo già messo in atto ne sono la testimonianza. Vogliamo coinvolgere i colleghi, tenerli costantemente informati e aggiornati sull’attività della FABI con la consapevolezza che potrebbero anche arrivare delle critiche: ben vengano saranno un’occasione per migliorarci. Durante i primi anni di lavoro in banca mi sono sempre chiesto quale significato avesse il Sindacato, a cosa servisse. Mi chiedevo cosa facessero quei cortesi colleghi che ogni tanto passavano a chiedermi come stavo, mentre, impegnatissimo, cercavo di terminare il mio lavoro entro sera. Ci è voluto un po’ di tempo per capirlo, ma oggi sono certo che il nostro ruolo sindacale è di fondamentale importanza. Spesso mi imbatto in colleghi non iscritti che, alla domanda “ma perché non ti sei ancora iscritto”, mi rispondono: “…non ne ho mai avuto bisogno…”. Vorrei dire loro che sbagliano. Quando questi colleghi pagano il pranzo con quel buono ticket che si considera dovuto o piovuto dal cielo, quando, nei primi tre anni di vita del proprio figlio, le mamme richiedono e si vedono accettare il part-time, quando ogni mese la banca versa il suo contributo nel fondo di previdenza, questi colleghi dovrebbero rendersi conto che, con questi pochi esempi, godono di diritti che derivano da una contrattazione di natura sindacale talvolta lunga e faticosa con l’Azienda, da parte di un Sindacato che è maggiormente ascoltato quanti più colleghi rappresenta.
Perché hai scelto proprio la FABI e non un altro sindacato?
Semplice. La FABI, Federazione Autonoma Bancari Italiani, con i suoi quasi 100mila iscritti e le sue 97 sedi territoriali è il sindacato bancario più rappresentativo in Italia. FABI si contraddistingue in quanto è un’organizzazione aconfessionale e apartitica, dove giustizia, autonomia, libertà, democrazia, solidarietà, etica del lavoro, centralità dell’uomo sono i valori fondamentali che la ispirano, dalla fondazione nel 1948 sino ai giorni nostri.
FABI è un sindacato nel quale ognuno può esprimere le proprie opinioni indipendentemente dalla propria idea politica, dalla fede religiosa, ecc...
L’obiettivo principale della FABI è uno: tutelare al meglio i lavoratori bancari, salvaguardandone i diritti, il benessere e la qualità della vita e, non ultimo, il potere d’acquisto degli stipendi.
Qualche altra Sigla sottolinea il proprio proposito di essere, nel Gruppo Veneto Banca, Sindacato di “dialogo e concertazione”; la Fabi che Sindacato vuol essere?
Mi ripeterò, ma la FABI vuole distinguersi per serietà, correttezza, coerenza e trasparenza. Ho sempre diffidato da chi si vanta di essere “amico” della banca, di chi ti dice che lui ti può aiutare meglio di altri perché è in buoni rapporti con l’Azienda. Spesso questi buoni rapporti si ottengono chiudendo un occhio oggi e un altro domani, danneggiando con ciò tutti i lavoratori. In questi anni ho assistito a scene deplorevoli. Riunioni alle quali veniva invitato qualcuno sì e qualcun altro no, persone che si accordavano di nascosto e che erano a conoscenza di notizie ancor prima che queste venissero diffuse. Noi diciamo no a questo sistema. Vogliamo maggiore serietà e trasparenza.
Tempi duri per i Bancari; Banche il cui primo obiettivo è la riduzione dei costi (e del personale) a beneficio della redditività; quali sono i vostri “obiettivi di breve termine” ?
Stiamo avviando con la Banca un serio confronto su tutti i temi: nuova occupazione, inquadramenti, cassa assistenza, previdenza complementare, sicurezza, organici, qualità della vita. Il nostro obiettivo a breve termine è quello che riguarda la previdenza complementare di Gruppo e la verifica dell’applicazione degli articoli dell’accordo del 17 novembre 2010. Prima di firmare nuovi accordi vogliamo assicurarci che quelli già siglati vengano onorati; ci sembra una richiesta normale e siamo certi di trovare consenso in questo anche da parte delle altre sigle. Non dimentichiamoci inoltre che sono in corso le trattative per il rinnovo del CCNL e che la piattaforma presentata unitariamente da tutti i sindacati vuole la difesa del salario reale, una banca socialmente responsabile, aperta alla buona occupazione per i giovani, al servizio dell’economia per lo sviluppo del paese.
Nel contesto del Gruppo la FABI cosa intende fare per dare risposte al personale femminile e ai giovani precari ?
Personale femminile e giovani sono due categorie alle quali vogliamo dare l’attenzione che meritano. Per questo motivo, all’interno del direttivo, abbiamo individuato più persone alle quali affidare la Responsabilità delle materie “Pari opportunità” e “Giovani”. Sara Rogora e Wladimir Brotto se ne stanno già occupando. Spesso provo ad immedesimarmi in un giovane e a cercare di immaginare quale potrà essere il suo futuro: quello che vedo non mi conforta, vi sono molte preoccupazioni. Oggi c’è una totale mancanza di fiducia nel sistema e nelle istituzioni che tendono a precarizzare i giovani e a escluderli sistematicamente da qualsiasi decisione. Ci concentreremo soprattutto su di loro, informandoli e coinvolgendoli, come abbiamo già iniziato a fare, per riuscire ad accorciare la distanza che ci divide da loro. Vorrei evidenziare che il primo punto della piattaforma per il rinnovo del CCNL parla appunto di occupazione e contrasto alla precarietà.
Vi presentate con una nuova e più accurata comunicazione agli iscritti, un ritorno ad essere più vicini ai colleghi?
Sicuramente sì! Sono convinto che i colleghi si siano allontanati dal sindacato proprio perché il sindacato non ha saputo coinvolgerli e tenerli aderenti a sé. Fa parte dei nostri doveri informare i colleghi e oggi è giunto il momento di farlo con forme diverse. Quando giro per le Filiali mi rendo conto che si è sempre troppo impegnati ed è difficile trovare il tempo per fare qualche riflessione. Percepisco molto malessere. Mi rendo conto che i colleghi sono presi in mille attività in Filiali sempre più piccole e con organici sempre più risicati. Ci siamo confrontati a lungo tra di noi ed alla fine è nato “Parola alla FABI”.
Questo è un esempio della trasparenza di cui parlavo prima. Si tratta di una semplice informativa che mensilmente inviamo ai colleghi dove riassumiamo le attività del mese precedente e rispondiamo ai quesiti che i colleghi ci pongono. Siamo rimasti stupiti quando, fin dalla prima uscita, abbiamo iniziato a ricevere numerose mail da parte dei colleghi. Siamo grati ai nostri iscritti perché con il loro incoraggiamento ci danno la forza per andare avanti su questa strada. Oltre a Parola alla FABI abbiamo aperto una pagina su Facebook sempre più diffuso e utilizzato. C’è voglia di partecipazione!
Vuoi aggiungere qualcos’altro ?
Mi ero riproposto di fare un’intervista veloce, ma mi rendo conto che le cose da dire sono sempre molte e il tempo non è mai sufficiente. Mi ha fatto piacere rispondere alle domande e credo che per il momento sia sufficiente così. Invito tutti coloro che avessero voglia o necessità di chiedermi qualcosa, di contattarmi senza timore. Grazie.
da: Parola alla Fabi - luglio 2011
Non è facile riassumere 37 anni di vita in poche parole, soprattutto quando si ha avuto una vita intensa e ricca di cose da raccontare. Sono nato e ho sempre vissuto in Provincia di Bergamo. Sono una persona come tante, cresciuta in una famiglia umile, l’ultimo di tre figli. Ho studiato ragioneria a Bergamo, frequentando un indirizzo sperimentale (indirizzo giuridico economico aziendale). Dopo il servizio di leva ho avuto la fortuna di trovare un impiego presso la Banca Popolare di Bergamo – C.V. e ho lavorato per più di 6 anni in una Filiale a Monza. Ho fatto la classica gavetta: Cassiere, Responsabile Area Operativa, Addetto Privati e Addetto Piccole e Medie Imprese, dopodiché ho deciso di licenziarmi e aprire un ufficio come Mediatore Creditizio. Un’esperienza molto impegnativa che mi ha permesso di crescere molto e comprendere cosa significa gestire un’attività in proprio. Da allora ho ancora più rispetto per gli imprenditori. Da buon bergamasco quale sono, uscivo di casa alle 08:00 per rientrare alle 22:00 e non avevo più tempo per coltivare i miei hobby e le mie passioni. Per questo motivo, quando nel 2001 mi è stato proposto di rientrare in banca, ho accettato volentieri e ho iniziato a lavorare presso la Banca di Bergamo (Gruppo Unicredit e poi Gruppo Veneto Banca) come Consulente Finanziario presso la Filiale di San Paolo d’Argon. Il 2002 è stato un anno pieno di sorprese. Mi sono iscritto all’Università e ho deciso di fare il Sindacalista per la FABI alla quale sono iscritto da quando ho iniziato a lavorare.
Come deve essere un Sindacalista e come si concilia con un percorso professionale?
Ho sempre sostenuto, e lo sostengo ancora, che un Sindacalista dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio. Per questo motivo mi sono rimboccato le maniche e ho sempre cercato di dare il massimo sia come sindacalista sia come bancario. Le soddisfazioni non hanno tardato ad arrivare: ho partecipato a numerose trattative tra cui quella per negoziare il CIA di Banca di Bergamo e qualche anno fa mi è stato proposto di fare il Responsabile di Filiale. Fare il Responsabile di Filiale non è stata una decisione facile da prendere. Ero ben conscio dell’impegno che questo ruolo implicava, senza dubbio oggi uno dei più complicati. Ho accettato. La prima nomina è stata come Responsabile della Filiale di Gazzaniga e dopo circa due anni sono stato nominato Responsabile della Filiale di Grumello del Monte. In Ufficio, ma anche nella vita di tutti i giorni, ho sempre sostenuto che per ottenere i migliori risultati si debba cercare di creare un ambiente sereno. Ho sempre preteso da me stesso e dai miei collaboratori la massima correttezza e trasparenza convinto che, solo comunicando, si riesce a superare ogni difficoltà. Purtroppo viviamo in una società nella quale non sempre chi ha il coraggio di dire quello che pensa è ben visto; al contrario è spesso considerato una persona scomoda.
Caro Giuseppe, come ci si sente nei panni di Coordinatore?
Innanzitutto voglio ringraziare tutta la FABI di Veneto Banca e del Gruppo per la fiducia che mi è stata accordata. Per me si apre un capitolo nuovo e spero di non disattendere le aspettative che sono state riposte nella mia persona. Sento di avere un’altra volta una grande responsabilità: essere il portavoce di più di 1.000 iscritti richiede fermezza e sangue freddo. Come ho già avuto l’occasione di spiegare al nostro 1° Congresso, il 20 maggio, giornata indimenticabile, io e gli altri colleghi eletti nelle segreterie, quella Aziendale e quella di Gruppo, vogliamo essere interlocutori intelligenti, capaci di ascoltare, ragionare, ma anche decisi a far valere le nostre ragioni in quanto ragioni dei colleghi che rappresentiamo.
Proprio perché baseremo la nostra attività sulla serietà, sulla chiarezza e sulla trasparenza è chiaro che non dovremo aver nessuna riserva a pretenderla anche dalle nostre controparti.
Con te sono stati eletti in Segreteria molti colleghi giovani; un caso o una precisa volontà ?
Caso o precisa volontà conta poco. Sono stati premiati impegno, onestà e coerenza. Vogliamo dare una nuova immagine di Sindacato e le iniziative che
abbiamo già messo in atto ne sono la testimonianza. Vogliamo coinvolgere i colleghi, tenerli costantemente informati e aggiornati sull’attività della FABI con la consapevolezza che potrebbero anche arrivare delle critiche: ben vengano saranno un’occasione per migliorarci. Durante i primi anni di lavoro in banca mi sono sempre chiesto quale significato avesse il Sindacato, a cosa servisse. Mi chiedevo cosa facessero quei cortesi colleghi che ogni tanto passavano a chiedermi come stavo, mentre, impegnatissimo, cercavo di terminare il mio lavoro entro sera. Ci è voluto un po’ di tempo per capirlo, ma oggi sono certo che il nostro ruolo sindacale è di fondamentale importanza. Spesso mi imbatto in colleghi non iscritti che, alla domanda “ma perché non ti sei ancora iscritto”, mi rispondono: “…non ne ho mai avuto bisogno…”. Vorrei dire loro che sbagliano. Quando questi colleghi pagano il pranzo con quel buono ticket che si considera dovuto o piovuto dal cielo, quando, nei primi tre anni di vita del proprio figlio, le mamme richiedono e si vedono accettare il part-time, quando ogni mese la banca versa il suo contributo nel fondo di previdenza, questi colleghi dovrebbero rendersi conto che, con questi pochi esempi, godono di diritti che derivano da una contrattazione di natura sindacale talvolta lunga e faticosa con l’Azienda, da parte di un Sindacato che è maggiormente ascoltato quanti più colleghi rappresenta.
Perché hai scelto proprio la FABI e non un altro sindacato?
Semplice. La FABI, Federazione Autonoma Bancari Italiani, con i suoi quasi 100mila iscritti e le sue 97 sedi territoriali è il sindacato bancario più rappresentativo in Italia. FABI si contraddistingue in quanto è un’organizzazione aconfessionale e apartitica, dove giustizia, autonomia, libertà, democrazia, solidarietà, etica del lavoro, centralità dell’uomo sono i valori fondamentali che la ispirano, dalla fondazione nel 1948 sino ai giorni nostri.
FABI è un sindacato nel quale ognuno può esprimere le proprie opinioni indipendentemente dalla propria idea politica, dalla fede religiosa, ecc...
L’obiettivo principale della FABI è uno: tutelare al meglio i lavoratori bancari, salvaguardandone i diritti, il benessere e la qualità della vita e, non ultimo, il potere d’acquisto degli stipendi.
Qualche altra Sigla sottolinea il proprio proposito di essere, nel Gruppo Veneto Banca, Sindacato di “dialogo e concertazione”; la Fabi che Sindacato vuol essere?
Mi ripeterò, ma la FABI vuole distinguersi per serietà, correttezza, coerenza e trasparenza. Ho sempre diffidato da chi si vanta di essere “amico” della banca, di chi ti dice che lui ti può aiutare meglio di altri perché è in buoni rapporti con l’Azienda. Spesso questi buoni rapporti si ottengono chiudendo un occhio oggi e un altro domani, danneggiando con ciò tutti i lavoratori. In questi anni ho assistito a scene deplorevoli. Riunioni alle quali veniva invitato qualcuno sì e qualcun altro no, persone che si accordavano di nascosto e che erano a conoscenza di notizie ancor prima che queste venissero diffuse. Noi diciamo no a questo sistema. Vogliamo maggiore serietà e trasparenza.
Tempi duri per i Bancari; Banche il cui primo obiettivo è la riduzione dei costi (e del personale) a beneficio della redditività; quali sono i vostri “obiettivi di breve termine” ?
Stiamo avviando con la Banca un serio confronto su tutti i temi: nuova occupazione, inquadramenti, cassa assistenza, previdenza complementare, sicurezza, organici, qualità della vita. Il nostro obiettivo a breve termine è quello che riguarda la previdenza complementare di Gruppo e la verifica dell’applicazione degli articoli dell’accordo del 17 novembre 2010. Prima di firmare nuovi accordi vogliamo assicurarci che quelli già siglati vengano onorati; ci sembra una richiesta normale e siamo certi di trovare consenso in questo anche da parte delle altre sigle. Non dimentichiamoci inoltre che sono in corso le trattative per il rinnovo del CCNL e che la piattaforma presentata unitariamente da tutti i sindacati vuole la difesa del salario reale, una banca socialmente responsabile, aperta alla buona occupazione per i giovani, al servizio dell’economia per lo sviluppo del paese.
Nel contesto del Gruppo la FABI cosa intende fare per dare risposte al personale femminile e ai giovani precari ?
Personale femminile e giovani sono due categorie alle quali vogliamo dare l’attenzione che meritano. Per questo motivo, all’interno del direttivo, abbiamo individuato più persone alle quali affidare la Responsabilità delle materie “Pari opportunità” e “Giovani”. Sara Rogora e Wladimir Brotto se ne stanno già occupando. Spesso provo ad immedesimarmi in un giovane e a cercare di immaginare quale potrà essere il suo futuro: quello che vedo non mi conforta, vi sono molte preoccupazioni. Oggi c’è una totale mancanza di fiducia nel sistema e nelle istituzioni che tendono a precarizzare i giovani e a escluderli sistematicamente da qualsiasi decisione. Ci concentreremo soprattutto su di loro, informandoli e coinvolgendoli, come abbiamo già iniziato a fare, per riuscire ad accorciare la distanza che ci divide da loro. Vorrei evidenziare che il primo punto della piattaforma per il rinnovo del CCNL parla appunto di occupazione e contrasto alla precarietà.
Vi presentate con una nuova e più accurata comunicazione agli iscritti, un ritorno ad essere più vicini ai colleghi?
Sicuramente sì! Sono convinto che i colleghi si siano allontanati dal sindacato proprio perché il sindacato non ha saputo coinvolgerli e tenerli aderenti a sé. Fa parte dei nostri doveri informare i colleghi e oggi è giunto il momento di farlo con forme diverse. Quando giro per le Filiali mi rendo conto che si è sempre troppo impegnati ed è difficile trovare il tempo per fare qualche riflessione. Percepisco molto malessere. Mi rendo conto che i colleghi sono presi in mille attività in Filiali sempre più piccole e con organici sempre più risicati. Ci siamo confrontati a lungo tra di noi ed alla fine è nato “Parola alla FABI”.
Questo è un esempio della trasparenza di cui parlavo prima. Si tratta di una semplice informativa che mensilmente inviamo ai colleghi dove riassumiamo le attività del mese precedente e rispondiamo ai quesiti che i colleghi ci pongono. Siamo rimasti stupiti quando, fin dalla prima uscita, abbiamo iniziato a ricevere numerose mail da parte dei colleghi. Siamo grati ai nostri iscritti perché con il loro incoraggiamento ci danno la forza per andare avanti su questa strada. Oltre a Parola alla FABI abbiamo aperto una pagina su Facebook sempre più diffuso e utilizzato. C’è voglia di partecipazione!
Vuoi aggiungere qualcos’altro ?
Mi ero riproposto di fare un’intervista veloce, ma mi rendo conto che le cose da dire sono sempre molte e il tempo non è mai sufficiente. Mi ha fatto piacere rispondere alle domande e credo che per il momento sia sufficiente così. Invito tutti coloro che avessero voglia o necessità di chiedermi qualcosa, di contattarmi senza timore. Grazie.
da: Parola alla Fabi - luglio 2011
Giuseppe Algeri fino a giugno del 2011 è stato direttore della Filiale di Grumello del Monte (BG) in Veneto Banca Scpa. Oggi, in regime di distacco, è Segretario Coordinatore di Veneto Banca Scpa e del Gruppo Veneto Banca.
Tel: 347 7341001
Mail: giuseppe.algeri@fabigvb.it
Tel: 347 7341001
Mail: giuseppe.algeri@fabigvb.it