Con il DPCM 23 marzo 2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 30 maggio 2012, viene finalmente data attuazione all’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10% per l’anno 2012, sulle somme derivanti da incremento della produttività, efficienza organizzativa o altre somme valutate positivamente dall’azienda, solamente se in forza di contrattazione collettiva di secondo livello. Il nuovo decreto fissa però nuovi requisiti reddituali per fruire dell’agevolazione fiscale su indicata e cioè: |
- il reddito da lavoro dipendente relativo all’anno 2011, dovrà essere di un importo non superiore ai 30.000,00 euro (nel 2011 era di 40.000 euro).
Il nuovo Decreto dunque restringe la platea degli interessati rispetto al 2011, sia per quanto riguarda l’imponibile assoggettabile ad imposta sostitutiva (10%) che per quanto riguarda il reddito da lavoro dipendente relativo all’anno 2010.
Ci chiediamo cosa impedisce, in un momento di recessione, di rendere fruibili per i lavoratori le maggiori somme derivanti dall'applicazione della detassazione. È incredibile però come non si pensi che tutto ciò frena di fatto la spinta ai consumi, venendo meno nelle tasche dei lavoratori la differenza di tassazione da calcolare. Sarebbe opportuno, infatti, che il Governo si concentrasse su questi provvedimenti che creano i maggiori benefici per l'intero Paese.
Certo è che dopo anni di applicazione a singhiozzo, con interpretazioni retroattive e modificazioni in corso d'opera, sarebbe forse il caso che la detassazione della produttività, venga messa a regime definitivamente, magari legandola semplicemente all'incremento annuale dei limiti, all'indice Istat o all'Ipca.