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LA SITUAZIONE E’ DIFFICILE,
MA NON VOGLIAMO ESSERE PESSIMISTI…
Nonostante la perdurante crisi che investe il sistema bancario, Veneto Banca con il comunicato stampa del 14 novembre conferma la sua radicata presenza nel panorama economico finanziario del paese. Per quanto non ci tranquillizzi la necessità di rafforzare il patrimonio, prendiamo atto che permane la determinazione al servizio e sostegno della clientela, pur nel pieno rispetto delle norme prudenziali, nei territori presidiati.
Veneto Banca dichiara una gestione ordinaria positiva, con riflessi altrettanto positivi sulla redditività prospettica e sui profili di adeguatezza patrimoniale e di liquidità del Gruppo, aggiungiamo noi, merito soprattutto del lavoro profuso da tutte le colleghe e da tutti i colleghi.
L'ultima ispezione della Banca d'Italia obbliga a nuovi interventi per portare gli indici patrimoniali al Core Tier l dal 7% a minimo l'8%. Nel 2017 dovrà essere almeno del 12%.
Il Core Tier 1 è l’indicatore della solidità patrimoniale. Si calcola rapportando il patrimonio di base dell’istituto di credito al totale delle attività ponderate per il rischio. Il patrimonio di base si considera al netto dell’avviamento, nonché delle azioni proprie possedute, delle immobilizzazioni immateriali e delle perdite registrate negli esercizi precedenti. Negli “stress test” effettuati dall’EBA (European Banking Authority) nel luglio del 2011 il Core Tier 1 non doveva essere inferiore al 5%; in seguito però l’Unione europea ha chiesto test più severi, con soglie minime fissate tra il 7 e il 9% (pena l’obbligo di ricapitalizzare il patrimonio di base). Il motivo per cui le banche devono detenere il capitale così definito è per fronteggiare perdite inattese, principalmente derivanti dal peggioramento del merito creditizio oltre la quota prevista sulla base del rating ad essa associato in sede di risk rating.
Il consiglio di amministrazione dichiara di aver avviato un piano di rafforzamento patrimoniale, che abbiamo appreso essere iniziato con uno spin-off immobiliare.
Le lavoratrici e i lavoratori, insieme ai sindacati che li rappresentano, sono interessati a conoscere, stante le relazioni sindacali da sempre collaborative e costruttive, quali siano le «operazioni, già in corso o allo studio, di cessione di crediti non performing di immobili e di asset non strategici», in quanto Veneto Banca non ha mai intrattenuto le OO. SS. su tali argomenti; infatti quali saranno parte degli interventi di rafforzamento patrimoniale lo abbiamo appreso dai giornali.
Da quanto si apprende dagli organi di stampa, questa operazione di sale & lease back consiste in un accordo finalizzato alla costituzione di un fondo immobiliare, che sarà gestito dalla Prelios Sgr, riservato a investitori istituzionali, al quale verrà conferito un portafoglio di propri immobili strumentali per un valore complessivo di circa 170 milioni di euro.
Per quanto ciò dia segnali positivi sul fronte del rafforzamento patrimoniale, ci preoccupa il fatto che dall’anno prossimo vi sarà un incremento certo dei costi fissi (leggi affitti passivi) derivante dagli obblighi contrattuali con Prelios Sgr, per l’utilizzo di questi immobili.
Anche su questo vorremmo avere maggiori informazioni e maggior chiarezza dalla Banca.
Infatti riteniamo che apprendere le azioni intraprese dalla Banca da terzi non faccia altro che alimentare “Radio Scarpa”, creando confusione e preoccupazione tra i lavoratori, sicuramente pronti a fare la loro parte in una azienda che dovrebbe ricercare il maggior coinvolgimento possibile degli stakeholders dentro un modello di governance partecipativo.
L’inaccettabile recente disdetta del CCNL ha generato, oltre alla straordinaria partecipazione allo sciopero ed alle manifestazioni del 31 ottobre, l’inevitabile blocco delle trattative nelle Banche e nei Gruppi. Le uniche eccezioni riguardano le procedure ex legge 223/91, i casi di commissariamento da parte di Banca d’Italia ed i casi di procedure concorsuali.
Ci preme sottolineare che il blocco non si applicherebbe alle relazioni presso quelle aziende che dessero formale comunicazione ai sindacati aziendali della loro volontà di riconoscere piena applicazione al CCNL 19/01/12, anche successivamente al 30/06/2014, nel caso di mancato rinnovo dello stesso prima della sua scadenza.
Auspichiamo che Veneto Banca abbia la volontà di concedere alle OO.SS. aziendali tale formale rassicurazione: oltre che un chiaro segnale di salubrità della Banca, sarebbe un reale segno di attenzione nei confronti di lavoratrici e lavoratori che risponderebbero con maggiore entusiasmo alle richieste di ulteriori sforzi per raggiungere un risultato prossimo alle attese e al tempo stesso sarebbe il viatico per far valere ancora una volta il peso di tutti i portatori di interesse.
In attesa di ripensamenti da parte dell'ABI , non possiamo non richiedere a Veneto Banca di dare seguito, con opportuna celerità , al pagamento dei sospesi relativi alla liquidazione coatta di Faro Assicurazioni, argomento per il quale è già da tempo stata trovata una soluzione e i fondi necessari per la liquidazione dei sinistri in sospeso.
Rassicuriamo tutti i colleghi che, nonostante il blocco delle relazioni sindacali a tutti i livelli, non abbiamo mai smesso di monitorare pervicacemente ogni movimento del management affinché non si incorra in decisioni che potrebbero avere pericolose ricadute sui lavoratori.
Rileviamo peraltro che sul fronte delle pressioni commerciali continuano modalità e comportamenti troppo spesso fuori luogo e lesivi della dignità delle persone.
Siamo consapevoli che la Banca ha chiesto uno sforzo aggiuntivo a tutti al fine di gestire prioritariamente il capitale proprio in un ottica di tutela dell’autonomia, evitando di rivolgersi a mercati regolamentati.
Ribadiamo ancora una volta che tutte le maestranze, ne siamo certi, vogliono fortissimamente preservare l’autonomia della banca, consapevoli del peso di tale valore, ma a tutto c’è un limite!
Per questi motivi ribadiamo che tale scelta non può scaricarsi esclusivamente sui lavoratori soprattutto se ciò avviene per incapacità ed irresponsabilità di taluni/e Capi/e Area e Responsabili di Direzione ai diversi livelli, che purtroppo non sanno fare altro che usare modi e toni che talvolta superano ogni limite tollerabile.
Evidenziamo che in assenza di un Protocollo sulle Pressioni Commerciali, rimasto in sospeso con il congelamento delle relazioni sindacali anche in Veneto Banca, non ci resta che richiamare i colleghi al RISPETTO ASSOLUTO E PEDISSEQUO DI TUTTE LE NORMATIVE VIGENTI sia generali che aziendali, che rappresenta, tra l’altro, la più efficace tutela per evitare di assumersi responsabilità improprie, così da consentire che esse ricadano, coerentemente, su quelle figure che hanno facoltà e poteri molto più elevati, evitando così di incorrere anche in spiacevoli provvedimenti disciplinari.
In merito alle domande di accesso al Fondo di Solidarietà eccedenti il numero di 125, definito con l’accordo del 26 ottobre 2012, tutte le OO.SS. avevano concordato con l’azienda di rivedersi l’anno prossimo, dopo la seconda fase delle Solidarietà difensiva, per valutare la possibilità di definire tempi e modi per l’uscita anche di quei pochi colleghi, ma senza penalizzazioni sui costi del lavoro a scapito del resto dei 3700 dipendenti di Veneto Banca.
A questi colleghi, pur non trattandosi di “reali esuberi”, assicuriamo che cercheremo una strada che consenta anche a loro un percorso di uscita purché in presenza di nuove assunzioni, al fine di evitare pericolose ricadute sul piano organizzativo.
Per concludere, per ovvie ragioni, in considerazione dell’avvicinarsi del 30 novembre 2013, scadenza concordata per definire l'armonizzazione ex Carifac, chiederemo una proroga dei termini al 30 marzo 2013 per evitare che l'azienda applichi quanto previsto dalle normative vigenti (art. 2112 del Codice Civile) che prevedono, in assenza di diversi accordi, che l'incorporante, in questo caso Veneto Banca, è obbligata ad applicare i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi all'impresa incorporata, ovvero il CIA di Veneto Banca rinnovato nel settembre scorso.
Montebelluna, 21 novembre 2013