“Quello del 10 marzo 2015 è stato il “solito” incontro interlocutorio. Da parte di ABI si è registrata qualche timida apertura sull’area contrattuale, bilanciata da qualche tentativo di semplificare in peggio le attuali norme politiche del Contratto Nazionale. Le banche giocano a nascondino senza esporsi più di tanto, tentando di condizionare l’esito dell’accordo sulla parte economica del nuovo Contratto, tema che affronteremo, il 23, il 24, il 25 marzo. |
In caso di disapplicazione contrattuale, le piccole e medie banche avranno la peggio, in quanto, senza un Contratto Nazionale, la concorrenza finanziaria ed economica le vedrà soccombere di fronte all’aggressività dei gruppi bancari.
L’ABI non ha il coraggio di affrontare i veri problemi del settore e spera che un intervento esterno, come a nascondino, possa attivare quel tana libera tutti che le banche auspicano perché incapaci di assumersi le proprie responsabilità di gestione e di corrette relazioni sindacali.
L’INCONTRO.
Durante l’incontro le parti hanno discusso di area contrattuale.
L'ABI ha proposto l’introduzione dei contratti complementari nei rami d’azienda che si occupano di Gestione delle carte di credito e debito e sistemi di pagamento, Servizi o reparti centrali o periferici di elaborazione dati, anche di tipo consortile, Centri servizi, con attività di tipo amministrativo/contabile, non di sportello, svolte in maniera accentrata (strutture centrali o periferiche), di supporto operativo alla Gestione amministrativa di immobili d'uso.
Secondo ABI, si realizzerebbe così una difesa concreta dell'area contrattuale che concilierebbe anche gli obiettivi di risparmio delle aziende.
Il personale assunto con contratti complementari sarebbe sotto inquadrato e avrebbe un orario settimanale di 40 ore, con tabelle retributive ridotte del 20% rispetto a quelle del Contratto del credito.
Il Segretario Generale della FABI, a nome di tutti, ha immediatamente rilevato come questa proposta non tenga per nulla conto delle richieste contenute nella piattaforma unitaria presentata dai sindacati e approvata dalle assemblee.
Sono state sollecitate risposte chiare sull'applicazione della riforma del lavoro ai dipendenti già in servizio nelle banche con contratti di apprendistato e contratti a tempo determinato.
Per tutta risposta, l'ABI ha ribadito il suo giudizio positivo sulle nuove disposizione di legge.
Inoltre, visto l'annullamento della riunione del 13 marzo ed il rinvio della riunione al 23 e 24 di questo mese, le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto un chiarimento politico sulla scadenza della trattativa fissata il 31 marzo, precisando che questo termine non può costituire - e non costituirà mai per il sindacato - un elemento ricattatorio sul merito della trattativa.
L'ABI ha rilanciato su nuove riunioni per il 25, il 30 ed il 31 marzo, per arrivare a capire se si riesca o meno a definire un accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale.