Erminio Manzi

Ciao Erminio, parlaci un po' di te.
Vivo a Rho, in provincia di Milano, prossimo a spegnere le 50 candeline. Sposato con Marina, ho una figlia ormai adolescente che si chiama Erika. Bancario dal gennaio 1984, inizialmente presso l’olandese Abn-Amro Bank, a partire da dicembre 1994 ho partecipato allo start-up della ormai “scomparsa” Banca Popolare di Monza e Brianza, sicuramente l’esperienza più interessante della mia carriera lavorativa. Il resto più o meno lo si conosce.
Perché sindacalista e perche in FABI ?
Il sindacato è sempre stato un riferimento importante nella mia vita lavorativa, sin da giovane, curioso e desideroso di conoscere al meglio la realtà dove lavoravo . Sono in FABI da sempre, soprattutto per la sua caratteristica apartitica e apolitica e per la grande stima in quei colleghi che con il loro impegno avevano contribuito a renderci la vita migliore. E come loro, la volontà di poter dare il mio personale contributo. In fondo: quale migliore modo per vivere più attivamente la realtà della propria azienda? E da lì, i primi impegni sindacali e le prime trattative con l’azienda.
Tu eri Rsa della ex-Banca Popolare di Monza e Brianza, qualche bel ricordo?
Si, esatto, lo sono stato ma non da subito. Inizialmente non era mia intenzione occuparmi in prima persona del sindacato. L’impegno lavorativo assorbiva già gran parte del mio tempo, ma alla fine, la natura ha prevalso sulla ragione insieme alla necessità di costituire una RSA necessaria per poter siglare degli accordi con la Banca. Da lì, i primi accordi per la previdenza integrativa, il vap, l’assistenza sanitaria e il primo CIA. Grandi soddisfazioni condivise con i miei compagni di viaggio, Francesco (Nova), Emanuela (Viganò) e Marco (Colombo) che ha poi deciso, con mio grande dispiacere, di lasciare l’attività sindacale. A loro va ancora oggi un mio sentito ringraziamento per l’aiuto e la collaborazione profusa.
Con la fusione hai conosciuto Ivano Parola, per molti anni Segretario Coordinatore della FABI nella ex Banca Popolare di Intra. Come è stato il rapporto con il “grande vecchio”?
Nel mio caso, quando ci siamo conosciuti facevo già sindacato ed ero già molto attivo e combattivo e con la mia esuberanza credo di avergli dato qualche grattacapo. Penso che abbia faticato non poco per “sgrezzarmi” e senza avere la certezza di esserci riuscito! A Ivano devo molto, per la passione straordinaria che ha saputo trasmettermi, per gli innumerevoli consigli che mi ha fornito e per l’assiduo coinvolgimento nelle attività. Un vero e proprio punto di riferimento non solo per me, ma anche per tutti i colleghi. Grande persona con un ancor più grande spesso ore umano.
Dopo il congresso del 20 maggio scorso, in cosa è cambiata la FABI ?
Innanzitutto va precisato che non è cambiata la FABI. Continuiamo con l’impegno di sempre la difesa dei diritti dei colleghi sforzandoci di rendere la nostra Azienda un “bel posto” dove lavorare. Sono cambiati gli interpreti principali, procedendo ad un rinnovamento e a un ringiovanimento della struttura direttiva; è cambiato il modo di approcciare gli iscritti, informandoli costantemente sull’attività sindacale, su quanto succede in Azienda e nel Gruppo, cercando il loro coinvolgimento e chiedendo loro di farci conoscere sensibilità, opinioni raccontandoci qualcosa di loro, cercando, con assoluta trasparenza, di aumentarne la vicinanza. I protagonisti della nuova FABI sono giovani: la passione e l'entusiasmo che anima la nuova FABI si sposa con
idee chiare e obbiettivi precisi, dimostrando maturità e senso di responsabilità.
Sei il Segretario più anziano sia nella Segreteria FABI del coordinamento di Gruppo, sia in quella aziendale, inevitabilmente un punto di riferimento: come ti senti in questa veste?
Penso che come anzianità me la gioco alla pari con il buon Mario (Valbusa) almeno nella segreteria di Coordinamento del Gruppo. In quella aziendale……ahimè lo sono! Che io sia il punto di riferimento lo scopro solo ora! L'autorevolezza derivante dai capelli grigi mi permette, ogni tanto, di dispensare qualche consiglio.
Come sono cambiati i lavoratori e il sindacato in questi anni e cosa prevedi per il futuro?
Difficile rispondere. Direi che è cambiato il mondo del lavoro e il modo di lavorare; conseguentemente, lavoratori e sindacato si sono dovuti adeguare. La tecnologia sempre più evoluta, la deregulation sulla circolazione dei capitali, l’euro e la globalizzazione, hanno aperto il mercato ad una vasta concorrenza, costringendo le aziende a ricercare nuovi prodotti e più forte competitività, causando spesso un livellamento delle professionalità.
Finanza creativa e business evanescenti hanno fatto il resto: oggi siamo nel pieno di una crisi economica e finanziaria dagli esiti ancora incerti, ma sicuramente devastanti. Ognuno di noi dovrà pagarne purtroppo una parte. Di questo siamo consapevoli e pronti a scelte difficili, se necessarie. Ma non possiamo certamente permettere che diventi la scusa per cancellare decenni di conquiste sindacali. Ci aspetta una stagione difficile dove anche i bancari saranno costretti a mobilitarsi per rivendicare i propri diritti. Confido pertanto nei giovani, a cui il futuro spetta di diritto e nei bancari più anziani perché i loro diritti non diventino un ricordo. La FABI sarà lì con loro. Sempre.
da: Parola alla Fabi - novembre 2011
Vivo a Rho, in provincia di Milano, prossimo a spegnere le 50 candeline. Sposato con Marina, ho una figlia ormai adolescente che si chiama Erika. Bancario dal gennaio 1984, inizialmente presso l’olandese Abn-Amro Bank, a partire da dicembre 1994 ho partecipato allo start-up della ormai “scomparsa” Banca Popolare di Monza e Brianza, sicuramente l’esperienza più interessante della mia carriera lavorativa. Il resto più o meno lo si conosce.
Perché sindacalista e perche in FABI ?
Il sindacato è sempre stato un riferimento importante nella mia vita lavorativa, sin da giovane, curioso e desideroso di conoscere al meglio la realtà dove lavoravo . Sono in FABI da sempre, soprattutto per la sua caratteristica apartitica e apolitica e per la grande stima in quei colleghi che con il loro impegno avevano contribuito a renderci la vita migliore. E come loro, la volontà di poter dare il mio personale contributo. In fondo: quale migliore modo per vivere più attivamente la realtà della propria azienda? E da lì, i primi impegni sindacali e le prime trattative con l’azienda.
Tu eri Rsa della ex-Banca Popolare di Monza e Brianza, qualche bel ricordo?
Si, esatto, lo sono stato ma non da subito. Inizialmente non era mia intenzione occuparmi in prima persona del sindacato. L’impegno lavorativo assorbiva già gran parte del mio tempo, ma alla fine, la natura ha prevalso sulla ragione insieme alla necessità di costituire una RSA necessaria per poter siglare degli accordi con la Banca. Da lì, i primi accordi per la previdenza integrativa, il vap, l’assistenza sanitaria e il primo CIA. Grandi soddisfazioni condivise con i miei compagni di viaggio, Francesco (Nova), Emanuela (Viganò) e Marco (Colombo) che ha poi deciso, con mio grande dispiacere, di lasciare l’attività sindacale. A loro va ancora oggi un mio sentito ringraziamento per l’aiuto e la collaborazione profusa.
Con la fusione hai conosciuto Ivano Parola, per molti anni Segretario Coordinatore della FABI nella ex Banca Popolare di Intra. Come è stato il rapporto con il “grande vecchio”?
Nel mio caso, quando ci siamo conosciuti facevo già sindacato ed ero già molto attivo e combattivo e con la mia esuberanza credo di avergli dato qualche grattacapo. Penso che abbia faticato non poco per “sgrezzarmi” e senza avere la certezza di esserci riuscito! A Ivano devo molto, per la passione straordinaria che ha saputo trasmettermi, per gli innumerevoli consigli che mi ha fornito e per l’assiduo coinvolgimento nelle attività. Un vero e proprio punto di riferimento non solo per me, ma anche per tutti i colleghi. Grande persona con un ancor più grande spesso ore umano.
Dopo il congresso del 20 maggio scorso, in cosa è cambiata la FABI ?
Innanzitutto va precisato che non è cambiata la FABI. Continuiamo con l’impegno di sempre la difesa dei diritti dei colleghi sforzandoci di rendere la nostra Azienda un “bel posto” dove lavorare. Sono cambiati gli interpreti principali, procedendo ad un rinnovamento e a un ringiovanimento della struttura direttiva; è cambiato il modo di approcciare gli iscritti, informandoli costantemente sull’attività sindacale, su quanto succede in Azienda e nel Gruppo, cercando il loro coinvolgimento e chiedendo loro di farci conoscere sensibilità, opinioni raccontandoci qualcosa di loro, cercando, con assoluta trasparenza, di aumentarne la vicinanza. I protagonisti della nuova FABI sono giovani: la passione e l'entusiasmo che anima la nuova FABI si sposa con
idee chiare e obbiettivi precisi, dimostrando maturità e senso di responsabilità.
Sei il Segretario più anziano sia nella Segreteria FABI del coordinamento di Gruppo, sia in quella aziendale, inevitabilmente un punto di riferimento: come ti senti in questa veste?
Penso che come anzianità me la gioco alla pari con il buon Mario (Valbusa) almeno nella segreteria di Coordinamento del Gruppo. In quella aziendale……ahimè lo sono! Che io sia il punto di riferimento lo scopro solo ora! L'autorevolezza derivante dai capelli grigi mi permette, ogni tanto, di dispensare qualche consiglio.
Come sono cambiati i lavoratori e il sindacato in questi anni e cosa prevedi per il futuro?
Difficile rispondere. Direi che è cambiato il mondo del lavoro e il modo di lavorare; conseguentemente, lavoratori e sindacato si sono dovuti adeguare. La tecnologia sempre più evoluta, la deregulation sulla circolazione dei capitali, l’euro e la globalizzazione, hanno aperto il mercato ad una vasta concorrenza, costringendo le aziende a ricercare nuovi prodotti e più forte competitività, causando spesso un livellamento delle professionalità.
Finanza creativa e business evanescenti hanno fatto il resto: oggi siamo nel pieno di una crisi economica e finanziaria dagli esiti ancora incerti, ma sicuramente devastanti. Ognuno di noi dovrà pagarne purtroppo una parte. Di questo siamo consapevoli e pronti a scelte difficili, se necessarie. Ma non possiamo certamente permettere che diventi la scusa per cancellare decenni di conquiste sindacali. Ci aspetta una stagione difficile dove anche i bancari saranno costretti a mobilitarsi per rivendicare i propri diritti. Confido pertanto nei giovani, a cui il futuro spetta di diritto e nei bancari più anziani perché i loro diritti non diventino un ricordo. La FABI sarà lì con loro. Sempre.
da: Parola alla Fabi - novembre 2011
Erminio Manzi lavora presso la Filiale di Garbagnate.
E' RSA, Segretario del Coordinamento Fabi di Veneto Banca Scpa e del Gruppo.
Tel. 392 4300586
Mail. erminio.manzi@gmail.com
E' RSA, Segretario del Coordinamento Fabi di Veneto Banca Scpa e del Gruppo.
Tel. 392 4300586
Mail. erminio.manzi@gmail.com