FABIO DANE’

Caro Fabio, puoi raccontarci qualcosa di te?
Ciao a tutti !!! Nasco il 10 febbraio 1964 a Genova, una città che da quando ho lasciato è cambiata moltissimo in meglio e che mi manca tantissimo. Dopo essermi diplomato ragioniere nel 1983, nel 1985 ho partecipato a un concorso dell’allora Istituto Bancario Sanpaolo di Torino e ho iniziato la mia esperienza in banca con prima destinazione Sanremo. Come sono cambiati i tempi, allora la filiale contava 70 colleghi e 15 casse aperte tutti i giorni. Sono sposato, per la seconda volta, con due bei bimbi di 4 e 7 anni. Ho una grande passione per la storia, in particolare per quella che riguarda gli anni dal 1920 al 1950. Prima di entrare in banca suonavo abbastanza bene il pianoforte e, nonostante il fatto che a Sanremo io sia rimasto parecchi anni senza questo magnifico strumento, la passione per la musica è rimasta e non solo per la musica classica, ma anche per l’hard rock e l’heavy metal (Deep Purple, Kiss e Iron Maiden per esempio) e per il progressive primi anni 70 (Van der Graaf Generator in primis). Dalla passione per il pianoforte, con gli anni, sono passato alla passione per la buona tavola, apprezzando sempre più la buona cucina, tant’è che, per un gruppo di amici, ho cominciato a cercare e acquistare prodotti di qualità a chilometri zero: Parmigiano Reggiano, Pecorino di Pienza, salumi di cinta senese, carne di chianina, vino da diverse cantine del Piemonte, del Trentino, del Veneto, del Friuli e della Toscana, oltre a svariati tipi di birre bavaresi che importo direttamente dalla Germania.
Come era il sindacato quando sei entrato in banca?
In Sanpaolo il sindacato era ben presente e faceva sentire il suo peso. I non iscritti si contavano sulle dita di una mano e bastava che l’aria condizionata si guastasse perché i colleghi si mobilitassero con vigore.
Quando poi si trattava di manifestare per i contratti di lavoro, nazionale o aziendale, gli scioperi si facevano a scacchiera: un’ora i contabili ed un’ora i cassieri. Altro che preavvisi di 10 giorni e lungaggini burocratiche, a quei tempi non esistevano...!
Quando hai deciso di iscriverti al sindacato e di fare il sindacalista proprio per la FABI?
Mi sono iscritto alla FABI quando, arrivato al San Paolo a Sanremo, il collega che sedeva accanto alla mia scrivania era proprio un rappresentante aziendale della FABI, nonostante fossi stato contattato dai sindacalisti di tutte le altre sigle sindacali.
Nella filiale i rappresentanti della FABI erano due e quando uno di loro ha deciso di abbandonare la carica sindacale ho accettato di buon grado di prendere il suo posto. Infine quando anche l’altro collega è andato in esodo sono stato eletto RSA, proprio poco
prima che il Sanpaolo fosse assorbito da Banca Intesa e, successivamente, alcuni sportelli liguri venissero acquistati da Veneto Banca.
Come è cambiato il modo di fare sindacato in tutti questi anni?
Il ruolo del sindacato è cambiato in modo significativo negli ultimi dieci/quindici anni.
Io credo che sia a causa della globalizzazione e del predominio della finanza sull’economia reale. Come la politica, anche il sindacato, specialmente in Italia, non era preparato all’evolversi della situazione, forse anche per l’assenza di un ricambio generazionale e di uno svecchiamento dei vertici che restano in carica anni e anni per poi, qualche volta, diventare onorevoli, senatori, sindaci, ecc.. Purtroppo ho l’impressione che queste cose accadano solo in Italia dove le condizioni del lavoro dipendente, sia da un punto di vista economico che normativo, sono gradualmente peggiorate.
Nel nostro settore l’adesione e la partecipazione fortunatamente sono ancora elevate anche se in Liguria, dove per il rinnovo del CCNL lo scorso anno hanno prevalso i no, non sono mancate e non mancano le critiche.
Arrivando da un'altra realtà come, insieme ai tuoi colleghi, hai vissuto l'ingresso in Veneto Banca?
La notizia che facevamo parte di quel gruppo di filiali di prossima cessione è arrivata nell’estate del 2007.
Sono stati mesi carichi di incognite e preoccupazione visto che non avevamo alcuna idea su chi ci avrebbe acquistato.
Quando finalmente abbiamo saputo il nome del nostro acquirente siamo tutti rimasti alquanto sorpresi e perplessi: nessuno di noi sapeva nulla su Veneto Banca. Il giorno stesso che abbiamo avuto la notizia non ci ho pensato due volte e ho chiamato subito Montebelluna chiedendo di parlare con un rappresentate sindacale della FABI e mi hanno passato il collega Finn Stefano Masciovecchio, oggi esodato.
In poche ore tutti i colleghi delle filiali Liguri hanno avuto informazioni su Veneto Banca e una copia del C.I.A. vigente.
Poche settimane dopo sono riuscito a organizzare una visita delle filiali coinvolgendo sindacalisti FABI di Veneto Banca e della ex Banca Popolare di Intra. E’ stata la prima di una serie di visite che i colleghi del Coordinamento FABI del Gruppo Veneto Banca hanno effettuato nel corso di questi anni. Gli iscritti FABI nelle filiali liguri di Veneto Banca sono aumentati ed approfitto per ringraziarli per la fiducia che ci hanno riservato.
Da circa due anni una nuova Segreteria sta guidando la FABI del Gruppo Veneto Banca: come giudichi il suo lavoro?
Devo dire che sono molto soddisfatto della FABI che opera nel Gruppo Veneto Banca: si tratta innanzitutto di colleghi che conoscono a fondo le problematiche del lavoro e che si adoperano per trovare efficaci soluzioni ai vari problemi.
In passato mi è capitato spesso di confrontarmi con rappresentanti sindacali che, non lavorando più in prima linea da anni, si erano allontanati dalla realtà lavorativa.
In Veneto Banca i rappresentanti della FABI sono ben coscienti di quali siano i problemi e quasi quotidianamente Giuseppe Algeri, Coordinatore della Segreteria della FABI del Gruppo Veneto Banca, ci informa su quello che accade nelle realtà che fanno parte del Gruppo e ci chiede di inviargli le nostre segnalazioni. C’è una grande collaborazione e le risposte ai colleghi arrivano molto velocemente.
Cosa ti piacerebbe dire ai colleghi e alle colleghe di Veneto Banca?
Forse è inutile ricordarlo, ma viviamo in un periodo particolarmente difficile.
Per la prima volta da tantissimi anni i figli si trovano ad avere prospettive e aspettative peggiori rispetto a quelle dei loro genitori.
E’ compito di ciascuno di noi, nel nostro piccolo e con il nostro impegno nella vita di tutti i giorni, cercare di dare un contributo per provare a rovesciare questa prospettiva.
Qualcuno potrebbe ritenere noi bancari ancora dei privilegiati, ma dobbiamo fare molta attenzione a non farci sottrarre quanto è stato ottenuto dopo decenni di lotte.
Colleghi e colleghe, una raccomandazione: stiamo uniti.
da Parola alla FABI - Maggio 2013
FABIO DANE' ricopre la carica di RSA in Veneto Banca a San Remo in Liguria
Ciao a tutti !!! Nasco il 10 febbraio 1964 a Genova, una città che da quando ho lasciato è cambiata moltissimo in meglio e che mi manca tantissimo. Dopo essermi diplomato ragioniere nel 1983, nel 1985 ho partecipato a un concorso dell’allora Istituto Bancario Sanpaolo di Torino e ho iniziato la mia esperienza in banca con prima destinazione Sanremo. Come sono cambiati i tempi, allora la filiale contava 70 colleghi e 15 casse aperte tutti i giorni. Sono sposato, per la seconda volta, con due bei bimbi di 4 e 7 anni. Ho una grande passione per la storia, in particolare per quella che riguarda gli anni dal 1920 al 1950. Prima di entrare in banca suonavo abbastanza bene il pianoforte e, nonostante il fatto che a Sanremo io sia rimasto parecchi anni senza questo magnifico strumento, la passione per la musica è rimasta e non solo per la musica classica, ma anche per l’hard rock e l’heavy metal (Deep Purple, Kiss e Iron Maiden per esempio) e per il progressive primi anni 70 (Van der Graaf Generator in primis). Dalla passione per il pianoforte, con gli anni, sono passato alla passione per la buona tavola, apprezzando sempre più la buona cucina, tant’è che, per un gruppo di amici, ho cominciato a cercare e acquistare prodotti di qualità a chilometri zero: Parmigiano Reggiano, Pecorino di Pienza, salumi di cinta senese, carne di chianina, vino da diverse cantine del Piemonte, del Trentino, del Veneto, del Friuli e della Toscana, oltre a svariati tipi di birre bavaresi che importo direttamente dalla Germania.
Come era il sindacato quando sei entrato in banca?
In Sanpaolo il sindacato era ben presente e faceva sentire il suo peso. I non iscritti si contavano sulle dita di una mano e bastava che l’aria condizionata si guastasse perché i colleghi si mobilitassero con vigore.
Quando poi si trattava di manifestare per i contratti di lavoro, nazionale o aziendale, gli scioperi si facevano a scacchiera: un’ora i contabili ed un’ora i cassieri. Altro che preavvisi di 10 giorni e lungaggini burocratiche, a quei tempi non esistevano...!
Quando hai deciso di iscriverti al sindacato e di fare il sindacalista proprio per la FABI?
Mi sono iscritto alla FABI quando, arrivato al San Paolo a Sanremo, il collega che sedeva accanto alla mia scrivania era proprio un rappresentante aziendale della FABI, nonostante fossi stato contattato dai sindacalisti di tutte le altre sigle sindacali.
Nella filiale i rappresentanti della FABI erano due e quando uno di loro ha deciso di abbandonare la carica sindacale ho accettato di buon grado di prendere il suo posto. Infine quando anche l’altro collega è andato in esodo sono stato eletto RSA, proprio poco
prima che il Sanpaolo fosse assorbito da Banca Intesa e, successivamente, alcuni sportelli liguri venissero acquistati da Veneto Banca.
Come è cambiato il modo di fare sindacato in tutti questi anni?
Il ruolo del sindacato è cambiato in modo significativo negli ultimi dieci/quindici anni.
Io credo che sia a causa della globalizzazione e del predominio della finanza sull’economia reale. Come la politica, anche il sindacato, specialmente in Italia, non era preparato all’evolversi della situazione, forse anche per l’assenza di un ricambio generazionale e di uno svecchiamento dei vertici che restano in carica anni e anni per poi, qualche volta, diventare onorevoli, senatori, sindaci, ecc.. Purtroppo ho l’impressione che queste cose accadano solo in Italia dove le condizioni del lavoro dipendente, sia da un punto di vista economico che normativo, sono gradualmente peggiorate.
Nel nostro settore l’adesione e la partecipazione fortunatamente sono ancora elevate anche se in Liguria, dove per il rinnovo del CCNL lo scorso anno hanno prevalso i no, non sono mancate e non mancano le critiche.
Arrivando da un'altra realtà come, insieme ai tuoi colleghi, hai vissuto l'ingresso in Veneto Banca?
La notizia che facevamo parte di quel gruppo di filiali di prossima cessione è arrivata nell’estate del 2007.
Sono stati mesi carichi di incognite e preoccupazione visto che non avevamo alcuna idea su chi ci avrebbe acquistato.
Quando finalmente abbiamo saputo il nome del nostro acquirente siamo tutti rimasti alquanto sorpresi e perplessi: nessuno di noi sapeva nulla su Veneto Banca. Il giorno stesso che abbiamo avuto la notizia non ci ho pensato due volte e ho chiamato subito Montebelluna chiedendo di parlare con un rappresentate sindacale della FABI e mi hanno passato il collega Finn Stefano Masciovecchio, oggi esodato.
In poche ore tutti i colleghi delle filiali Liguri hanno avuto informazioni su Veneto Banca e una copia del C.I.A. vigente.
Poche settimane dopo sono riuscito a organizzare una visita delle filiali coinvolgendo sindacalisti FABI di Veneto Banca e della ex Banca Popolare di Intra. E’ stata la prima di una serie di visite che i colleghi del Coordinamento FABI del Gruppo Veneto Banca hanno effettuato nel corso di questi anni. Gli iscritti FABI nelle filiali liguri di Veneto Banca sono aumentati ed approfitto per ringraziarli per la fiducia che ci hanno riservato.
Da circa due anni una nuova Segreteria sta guidando la FABI del Gruppo Veneto Banca: come giudichi il suo lavoro?
Devo dire che sono molto soddisfatto della FABI che opera nel Gruppo Veneto Banca: si tratta innanzitutto di colleghi che conoscono a fondo le problematiche del lavoro e che si adoperano per trovare efficaci soluzioni ai vari problemi.
In passato mi è capitato spesso di confrontarmi con rappresentanti sindacali che, non lavorando più in prima linea da anni, si erano allontanati dalla realtà lavorativa.
In Veneto Banca i rappresentanti della FABI sono ben coscienti di quali siano i problemi e quasi quotidianamente Giuseppe Algeri, Coordinatore della Segreteria della FABI del Gruppo Veneto Banca, ci informa su quello che accade nelle realtà che fanno parte del Gruppo e ci chiede di inviargli le nostre segnalazioni. C’è una grande collaborazione e le risposte ai colleghi arrivano molto velocemente.
Cosa ti piacerebbe dire ai colleghi e alle colleghe di Veneto Banca?
Forse è inutile ricordarlo, ma viviamo in un periodo particolarmente difficile.
Per la prima volta da tantissimi anni i figli si trovano ad avere prospettive e aspettative peggiori rispetto a quelle dei loro genitori.
E’ compito di ciascuno di noi, nel nostro piccolo e con il nostro impegno nella vita di tutti i giorni, cercare di dare un contributo per provare a rovesciare questa prospettiva.
Qualcuno potrebbe ritenere noi bancari ancora dei privilegiati, ma dobbiamo fare molta attenzione a non farci sottrarre quanto è stato ottenuto dopo decenni di lotte.
Colleghi e colleghe, una raccomandazione: stiamo uniti.
da Parola alla FABI - Maggio 2013
FABIO DANE' ricopre la carica di RSA in Veneto Banca a San Remo in Liguria