FLAVIO FRIGO : UN RAPPRESENTANTE FABI “RESPONSABILE”

Ciao Flavio, i colleghi sono curiosi di conoscerti, raccontaci qualcosa di te.
Sono Flavio Frigo rappresentante sindacale FABI per Veneto Banca a Verona.
Mia madre ancora mi chiama “el me butin” (il mio bambino) anche se ho già compiuto 54 anni. Lei dice che lo fa perché, come un ragazzino, non ho ancora messo la testa a posto. In fondo in fondo credo sia un po’ vero, oltre che un dolce complimento. Amo la musica, da Mozart agli Svedish House Mafia, adoro viaggiare, Parigi e la Francia del Sud su tutto, e sono tifoso di tutti gli sport con rugby e motori in prima fila. Mi diletto a mantenere in vita quelle piante volgarmente definite grasse al punto che molte di queste le porto con me in ufficio. Godo nel trascorrere del tempo in cucina, soprattutto la sera e nel fine settimana, quando il frigorifero è mezzo vuoto, quando ti devi inventare una cena dal poco che è rimasto. Come hobby mi piace andare a far la spesa il sabato mattina presto.
Da quanto lavori in banca?
Sono diplomato in ragioneria e lavoro in banca da 32 anni. Sono stato assunto dalla Banca Cattolica del Veneto (la pietra angolare dell’odierna CR Veneto) e mi diverte pensare sia stato anche un po’ per gioco. Allora infatti si poteva ancora confondere, tra il serio e il faceto, il motivo di un’assunzione. A quel tempo giocavo a calcio. Da un paio d’anni indossavo la maglia del Cardi Chievo dopo un lustro trascorso nelle fila del Verona Hellas. Ho sempre creduto che, oltre il buon risultato nei test e la serenità con cui affrontai i colloqui, il fatto di praticare a quel livello giocò un po’ a mio favore. Eravamo all’inizio degli anni ’80, gli anni di Michael Jackson, del Commodore 64, di Ronald Regan, di Blade Runner e Indiana Jones, della perestrojka, dei Genesis. Furono davvero anni magnifici. Col tempo cambiai ruoli e mansioni fino a decidere di cambiare pure banca.
Quando il tuo arrivo in Veneto Banca?
Nel gruppo Veneto Banca sono entrato nel 2006 dopo 5 anni al Banco di Brescia e da allora ho sempre ricoperto il ruolo di responsabile di filiale. Se mi fermo un istante a pensarci, mi sorprende constatare quanto in questi pochi anni sia cambiato questo nostro mestiere (non solo quello del direttore) e quanto complesso sia diventata la relazione col cliente, sia esso interno che esterno. Penso a quanto ci impegna il solo cercare di rimanere aggiornati e quanto ci pesino le condizioni di lavoro nelle quali siamo chiamati ad agire. Ricordo ad esempio che, assunto a Verona, prima di riuscire a presentarmi a tutti gli altri 114 colleghi passarono almeno un paio di giorni. Una filiale di 114 colleghi! Come sono cambiati i tempi.
E’ da tanto che sei entrato a fare parte della famiglia FABI?
Mi sono iscritto alla FABI da qualche mese e ho subito accettato l’invito a rappresentarla qui a Verona anche per cercare di dare un contributo, per far in modo che tra colleghi ci si senta meno persi e soli. Lo faccio mantenendo il ruolo di responsabile di filiale, un’anomalia in verità che mi piacerebbe pian piano si possa trasformare in una condizione di normalità. D'altronde esistono altri esempi come il mio. Lo faccio con responsabilità e sapendo che col passare dei giorni potrò solo migliorare. Certo è che i favolosi anni ’80 mai più torneranno. Spero e comunque mi impegno perché i colleghi, pur in un momento così grigio e pesante, trovino quella stessa voglia che in quegli anni ci consentì di vivere meglio il nostro tempo al lavoro.
Secondo te cosa serve in questi tempi particolarmente delicati e complessi?
Secondo me c’è bisogno di regalare un po’ più del nostro tempo agli altri, c’è bisogno di fiducia, dialogo e ascolto. Il sindacato, la FABI in particolare, è diverso anche per questo.
Flavio Frigo ricopre la carica di RSA in Veneto Banca a Verona
da: Parola alla FABI - Aprile 2013
Sono Flavio Frigo rappresentante sindacale FABI per Veneto Banca a Verona.
Mia madre ancora mi chiama “el me butin” (il mio bambino) anche se ho già compiuto 54 anni. Lei dice che lo fa perché, come un ragazzino, non ho ancora messo la testa a posto. In fondo in fondo credo sia un po’ vero, oltre che un dolce complimento. Amo la musica, da Mozart agli Svedish House Mafia, adoro viaggiare, Parigi e la Francia del Sud su tutto, e sono tifoso di tutti gli sport con rugby e motori in prima fila. Mi diletto a mantenere in vita quelle piante volgarmente definite grasse al punto che molte di queste le porto con me in ufficio. Godo nel trascorrere del tempo in cucina, soprattutto la sera e nel fine settimana, quando il frigorifero è mezzo vuoto, quando ti devi inventare una cena dal poco che è rimasto. Come hobby mi piace andare a far la spesa il sabato mattina presto.
Da quanto lavori in banca?
Sono diplomato in ragioneria e lavoro in banca da 32 anni. Sono stato assunto dalla Banca Cattolica del Veneto (la pietra angolare dell’odierna CR Veneto) e mi diverte pensare sia stato anche un po’ per gioco. Allora infatti si poteva ancora confondere, tra il serio e il faceto, il motivo di un’assunzione. A quel tempo giocavo a calcio. Da un paio d’anni indossavo la maglia del Cardi Chievo dopo un lustro trascorso nelle fila del Verona Hellas. Ho sempre creduto che, oltre il buon risultato nei test e la serenità con cui affrontai i colloqui, il fatto di praticare a quel livello giocò un po’ a mio favore. Eravamo all’inizio degli anni ’80, gli anni di Michael Jackson, del Commodore 64, di Ronald Regan, di Blade Runner e Indiana Jones, della perestrojka, dei Genesis. Furono davvero anni magnifici. Col tempo cambiai ruoli e mansioni fino a decidere di cambiare pure banca.
Quando il tuo arrivo in Veneto Banca?
Nel gruppo Veneto Banca sono entrato nel 2006 dopo 5 anni al Banco di Brescia e da allora ho sempre ricoperto il ruolo di responsabile di filiale. Se mi fermo un istante a pensarci, mi sorprende constatare quanto in questi pochi anni sia cambiato questo nostro mestiere (non solo quello del direttore) e quanto complesso sia diventata la relazione col cliente, sia esso interno che esterno. Penso a quanto ci impegna il solo cercare di rimanere aggiornati e quanto ci pesino le condizioni di lavoro nelle quali siamo chiamati ad agire. Ricordo ad esempio che, assunto a Verona, prima di riuscire a presentarmi a tutti gli altri 114 colleghi passarono almeno un paio di giorni. Una filiale di 114 colleghi! Come sono cambiati i tempi.
E’ da tanto che sei entrato a fare parte della famiglia FABI?
Mi sono iscritto alla FABI da qualche mese e ho subito accettato l’invito a rappresentarla qui a Verona anche per cercare di dare un contributo, per far in modo che tra colleghi ci si senta meno persi e soli. Lo faccio mantenendo il ruolo di responsabile di filiale, un’anomalia in verità che mi piacerebbe pian piano si possa trasformare in una condizione di normalità. D'altronde esistono altri esempi come il mio. Lo faccio con responsabilità e sapendo che col passare dei giorni potrò solo migliorare. Certo è che i favolosi anni ’80 mai più torneranno. Spero e comunque mi impegno perché i colleghi, pur in un momento così grigio e pesante, trovino quella stessa voglia che in quegli anni ci consentì di vivere meglio il nostro tempo al lavoro.
Secondo te cosa serve in questi tempi particolarmente delicati e complessi?
Secondo me c’è bisogno di regalare un po’ più del nostro tempo agli altri, c’è bisogno di fiducia, dialogo e ascolto. Il sindacato, la FABI in particolare, è diverso anche per questo.
Flavio Frigo ricopre la carica di RSA in Veneto Banca a Verona
da: Parola alla FABI - Aprile 2013