GABRIELE ERSENI: UN PAZIENTE RAPPRESENTANTE FABI

Caro Gabriele, raccontaci qualcosa di te...
Mi chiamo Gabriele Erseni e ho trascorso ormai 36 anni della mia vita in banca, sempre in prima linea a diretto contatto con la clientela.
Provengo da una lunga esperienza durata 25 anni in Banca Popolare di Verona.
Nel 2002 sono approdato a una piccola realtà bancaria chiamata Banca del Garda (poi incorporata in Veneto Banca) dove tutti si conoscevano per nome e lavorare era una soddisfazione. Ora lavoro in una piccola filiale nella ridente campagna villafranchese dove rivesto il ruolo di Gestore Privati. Non sto a dirvi come, in questi anni, è cambiato il modo di fare banca.
Cosa ti ha permesso di affrontare con spirito sereno i cambiamenti a cui il nostro settore è stato oggetto?
Sono un appassionato pescatore e la pazienza è il mio forte.
Passo molto del mio tempo libero lungo i corsi d’acqua alla ricerca di qualche grossa cattura.
A tal proposito vorrei suggerire a tutti i colleghi di dedicarsi a qualcosa fuori dalle consuetudini bancarie tanto per “tagliare l’aria” e rendere migliore la qualità della vita.
Da quanto tempo sei attivo nella FABI?
Sono nel sindacato come attivista dal 2005. In quell’anno ho partecipato come rappresentante sindacale FABI, all’incorporazione della piccola Banca del Garda in Veneto Banca. Sono membro del Direttivo Provinciale della FABI di Verona. Circa due anni fa ho ceduto il ruolo di Rappresentante Sindacale Aziendale al collega Flavio Frigo.
Quale è la tua opinione sulla particolare situazione che si sta presentando agli occhi dei 310.000 bancari e che riguarda il rinnovo del CCNL e il nuovo modo di fare banca?
Prima di tutto vorrei dire che per superare questo delicato momento anche l’unità sindacale è un fattore determinante per ottenere dei risultati soddisfacenti. Aggiungo che a mio parere alcune forme di protesta devono essere assolutamente intraprese in caso di tentennamenti e di rinvii da parte dell’Abi. Per quanto riguarda un nuovo modo di fare banca nel futuro, direi che, al contrario, bisogna guardare al passato perché è proprio guardando al passato che si comprendono meglio gli errori commessi da coloro che hanno gestito le politiche commerciali delle banche; un esempio su tutti: la ricerca spasmodica della redditività ad ogni costo e con qualsiasi mezzo oltre ai benefits goduti dai nostri manager che sono contrari a qualsiasi morale pubblica.
Quale sarà secondo te il fattore determinante per la banca del futuro?
Il fattore determinante e vincente nella banca del futuro è e sarà ancora la risorsa umana e non il tubo catodico, la fibra ottica o la spersonalizzazione della relazione banca/ cliente. Solo riuscendo a fidelizzare e far ritornare il cliente in filiale si potrà recuperare la sua fiducia nell’interesse reciproco.
Mi chiamo Gabriele Erseni e ho trascorso ormai 36 anni della mia vita in banca, sempre in prima linea a diretto contatto con la clientela.
Provengo da una lunga esperienza durata 25 anni in Banca Popolare di Verona.
Nel 2002 sono approdato a una piccola realtà bancaria chiamata Banca del Garda (poi incorporata in Veneto Banca) dove tutti si conoscevano per nome e lavorare era una soddisfazione. Ora lavoro in una piccola filiale nella ridente campagna villafranchese dove rivesto il ruolo di Gestore Privati. Non sto a dirvi come, in questi anni, è cambiato il modo di fare banca.
Cosa ti ha permesso di affrontare con spirito sereno i cambiamenti a cui il nostro settore è stato oggetto?
Sono un appassionato pescatore e la pazienza è il mio forte.
Passo molto del mio tempo libero lungo i corsi d’acqua alla ricerca di qualche grossa cattura.
A tal proposito vorrei suggerire a tutti i colleghi di dedicarsi a qualcosa fuori dalle consuetudini bancarie tanto per “tagliare l’aria” e rendere migliore la qualità della vita.
Da quanto tempo sei attivo nella FABI?
Sono nel sindacato come attivista dal 2005. In quell’anno ho partecipato come rappresentante sindacale FABI, all’incorporazione della piccola Banca del Garda in Veneto Banca. Sono membro del Direttivo Provinciale della FABI di Verona. Circa due anni fa ho ceduto il ruolo di Rappresentante Sindacale Aziendale al collega Flavio Frigo.
Quale è la tua opinione sulla particolare situazione che si sta presentando agli occhi dei 310.000 bancari e che riguarda il rinnovo del CCNL e il nuovo modo di fare banca?
Prima di tutto vorrei dire che per superare questo delicato momento anche l’unità sindacale è un fattore determinante per ottenere dei risultati soddisfacenti. Aggiungo che a mio parere alcune forme di protesta devono essere assolutamente intraprese in caso di tentennamenti e di rinvii da parte dell’Abi. Per quanto riguarda un nuovo modo di fare banca nel futuro, direi che, al contrario, bisogna guardare al passato perché è proprio guardando al passato che si comprendono meglio gli errori commessi da coloro che hanno gestito le politiche commerciali delle banche; un esempio su tutti: la ricerca spasmodica della redditività ad ogni costo e con qualsiasi mezzo oltre ai benefits goduti dai nostri manager che sono contrari a qualsiasi morale pubblica.
Quale sarà secondo te il fattore determinante per la banca del futuro?
Il fattore determinante e vincente nella banca del futuro è e sarà ancora la risorsa umana e non il tubo catodico, la fibra ottica o la spersonalizzazione della relazione banca/ cliente. Solo riuscendo a fidelizzare e far ritornare il cliente in filiale si potrà recuperare la sua fiducia nell’interesse reciproco.