Giovanni Niccoli

Caro Giovanni, questa volta ci hai messo un po' in difficoltà: non sapevamo se pubblicare la tua intervista come abbiamo fatto per gli altri nostri rappresentanti o se dedicarti uno spazio nella rubrica "Anche i bancari hanno una vita a colori". Raccontaci di te e anche della tua esperienza sindacale…
Abito da sempre a Verbania, ho moglie e due figlie di 20 e di 18 anni. Luca Ruffoni mi ha definito, qualche tempo fa, “eclettico sindacalista”. L'eclettismo indica l'atteggiamento di chi non concentra i suoi interessi su un solo argomento, ma sceglie ciò che gli è affine in diverse dottrine. Ecco, i miei interessi spaziano dalla musica, alla tecnica di costruzione degli strumenti musicali, e, passando attraverso internet, vanno verso la scrittura, la compilazione informatica, le moto… Ho al mio attivo importanti studi musicali: suono (immodestamente: con una certa perizia) l'organo a canne, quello che si trova nelle chiese. Nei week-end, suono e curo la manutenzione di alcuni strumenti storici di Verbania. Questa grande passione mi ha portato a progettare ed assemblare un sistema domestico di organo virtuale (Hauptwerk), basato su specifici componenti che uniscono l’organaria classica all'alta tecnologia informatica e al mondo dell’HiFi: uno dei primi realizzati in Italia. Frequentemente ricevo anche richieste di consulenza. Saltando di palo in frasca (come spesso mi capita di fare): con uno pseudonimo (ottenuto dall'anagramma del mio nome) scrissi un pamphlet di "Favole ... bancarie"; nella copertina inserii il personaggio raffigurato sulla banconota da 500.000 lire. Sempre con lo stesso pseudonimo, da oltre un decennio sono presente in internet (una ricerca in Google restituisce diverse migliaia di miei interventi), su argomenti bancari ... e non solo. Sempre in rete si trovano alcune mie collaborazioni con alcune testate giornalistiche a proposito di motoveicoli dedicati alla mobilità urbana. Eccetera... Sindacalmente, ho un’esperienza alquanto lunga, visto che su 27 anni di banca ne conto più di 16 di attività sindacale. All'interno della FABI, oltre all’ “ordinaria amministrazione” propria di ogni rappresentante, mi sono specializzato nelle tematiche di natura fiscale e attualmente sono componente del consiglio di amministrazione del Centro Assistenza Fiscale FABI di Novara; continuo a curare personalmente l'elaborazione e la trasmissione di oltre centoventi dichiarazioni dei redditi. Per molti anni sei stato un punto di riferimento per i molti neo assunti che hanno iniziato a lavorare nella sede storica della ex BPI come terminalisti cassieri facendo un generoso lavoro di formazione e aiutandoli a risolvere tutte le problematiche legate agli aspetti operativi e assicurativi. Proprio per questo motivo è stato deciso di assegnarti il ruolo di referente unico per i colleghi per problemi su queste tematiche. Come affronti questa grande responsabilità? Per quello che riguarda gli aspetti operativi, ho sempre fatto affidamento sull’esperienza accumulata sul campo e sulla voglia di informarsi e di trovare riscontri oggettivi; ho sempre avuto motivi di conflitto con i (falsi) maestri il cui motto è del tipo “… si fa così perché si è sempre fatto così, mi hanno sempre detto di fare così e ho sempre fatto così, sono vent’anni che lo faccio e quindi è sicuramente giusto…”. Dal punto di vista assicurativo, mi sono inventato una funzione di referente, sia per quello che riguarda la stipula che, soprattutto, per l’attivazione della copertura in caso di sinistro. Posso capire, infatti, l’imbarazzo del collega, a maggior ragione se neoassunto, quando per ottenere un rimborso assicurativo gli viene richiesto di registrarsi presso siti internet, predisporre modulistica e lettere, trasmettere raccomandate. In poche parole, quando un cassiere incorre in una malaugurata differenza basta che mi contatti: lo aiuterò nell’apertura e nella gestione del sinistro.
La tua esperienza lavorativa e sindacale è maturata nella ex BPI, una Banca che ha subito diversi cambiamenti; da più di un anno è avvenuta una fusione che ha unito banche con storie e abitudini diverse. Come hai affrontato tutto questo e, dal tuo punto di vista, come lo hanno fatto i colleghi?
Non dobbiamo nasconderci che i colleghi si sono visti coinvolti passivamente in tutti questi cambiamenti. Alcuni hanno visto sostituirsi sopra la propria testa addirittura tre o più “insegne” diverse nell’arco di un lustro! In un primo momento ci sono state criticità dovute a diverse sensibilità, diversi punti di vista, diversi modi di operare e di gestire sia la clientela che il personale. Ora lavoro in un ufficio centrale e ho quotidiani rapporti con le filiali sia di Veneto Banca sia delle altre Banche del Gruppo. Tale privilegiato punto di osservazione mi permette di affermare che le differenze, seppur sempre presenti, si vanno via via livellando, sia all’interno di Veneto Banca che, complessivamente, nel Gruppo. Insomma, non si tratta più di vere e proprie differenze, quanto di particolarità… come ascoltare al telefono l’interlocutore con accento marchigiano o pugliese! C’è ancora un po’ di campanilismo, che però definirei “goliardico”, senza quindi alcuna connotazione negativa.
A livello prettamente sindacale, hai notato cambiamenti rilevanti?
Sicuramente. Anzi, a mio parere è tutto il sindacato, nel suo complesso, quello che ha sofferto di più la fusione. Negli anni ’90 partecipai alle intersindacali per la stesura e, in seguito, alla discussione con la dirigenza, di un Contratto Integrativo Aziendale della Banca Popolare di Intra. Ricordo che tra tutti i sindacalisti si riscontrava identità di intenti e di metodo di lavoro, pur all’interno delle diversità di idee e di proposte proprie delle diverse sigle sindacali. Oggi, purtroppo, i fatti stanno a dimostrare che solo la FABI ha cavalcato l’onda dell’obbligato rinnovamento, accogliendo al suo interno nuove forze, affrontando le nuove sfide e cercando sempre il confronto con la Banca, che spesso appare sorpresa da tale intraprendenza, alla quale, evidentemente, non era abituata. Non esistono all’interno della FABI contrapposizioni tra persone provenienti da banche diverse: si può veramente considerare sindacato unitario sia di Veneto Banca che dell’intero Gruppo Bancario
Cosa pensi quindi del lavoro che la FABI sta portando avanti?
Occorre ringraziare ancora una volta Ivano Parola e Finn Masciovecchio che hanno saputo fondere le diverse realtà in un “unicum”. Ma soprattutto è necessario plaudire le “nuove forze” (penso a Giuseppe Algeri, a Luca Ruffoni, a Wladimir Brotto, ecc.) che si stanno impegnando per far in modo che tutte le attività della FABI siano correttamente pubblicizzate e regolarmente portate a conoscenza degli iscritti. In questo senso si muovono sia la pubblicazione di questo “Parola alla FABI” sia l’aggiornamento, già in fase avanzata, del sito internet, oltre alle risorse attualmente già presenti in Youtube, in Facebook, in Twitter. Per capire come siano cambiati i tempi, basta citare un piccolo esempio : in occasione di un’assemblea sindacale, qualche tempo fa un collega contestò che leggere uno dei rari comunicati sindacali era complicato come “leggere una circolare MIFID”. Oggi, la comunicazione sindacale FABI è presente, raggiungibile e fruibile senza alcuno sforzo!
Giovanni grazie per le tue risposte che confermano per l'ennesima volta che sei una persona intelligente e capace che sa affrontare ogni situazione con serietà, ma anche con un po' di utile ironia. Prima di salutarci vuoi aggiungere qualcos'altro?
In queste righe ho più volte affrontato il discorso della fusione tra BPI e VB. C’è solo un particolare aspetto che mi lascia ancora perplesso… Quando c’è stata l’unificazione ho visto mutare il numero dei dipendenti dai 1000 della sola BPI ai 4000 complessivi della nuova Veneto Banca. Purtroppo, il numero degli iscritti al sindacato non si è modificato con la stessa proporzione. Questo vuol dire che ci sono ancora troppi colleghi, particolarmente nelle regioni storiche dell’est, che ritengono di dover essere riconoscenti alla Banca “perché ci fa lavorare…”.
Questi stessi colleghi vedono ogni aumento di stipendio, ogni rimborso di polizza sanitaria, ogni conferimento di orario part time, ogni scatto contrattuale, come “concesso dalla Banca”. Mi piacerebbe far capire a queste persone che non hanno avuto queste facilitazioni perché “la Banca è buona e pensa a noi”, ma perché ci sono colleghi, detti SINDACALISTI, che si sono impegnati, si impegnano e continueranno ad impegnarsi, in prima persona e spessissimo anche nel proprio tempo libero, per ottenere tutto questo.
da: Parola alla Fabi - Febbraio 2012
Abito da sempre a Verbania, ho moglie e due figlie di 20 e di 18 anni. Luca Ruffoni mi ha definito, qualche tempo fa, “eclettico sindacalista”. L'eclettismo indica l'atteggiamento di chi non concentra i suoi interessi su un solo argomento, ma sceglie ciò che gli è affine in diverse dottrine. Ecco, i miei interessi spaziano dalla musica, alla tecnica di costruzione degli strumenti musicali, e, passando attraverso internet, vanno verso la scrittura, la compilazione informatica, le moto… Ho al mio attivo importanti studi musicali: suono (immodestamente: con una certa perizia) l'organo a canne, quello che si trova nelle chiese. Nei week-end, suono e curo la manutenzione di alcuni strumenti storici di Verbania. Questa grande passione mi ha portato a progettare ed assemblare un sistema domestico di organo virtuale (Hauptwerk), basato su specifici componenti che uniscono l’organaria classica all'alta tecnologia informatica e al mondo dell’HiFi: uno dei primi realizzati in Italia. Frequentemente ricevo anche richieste di consulenza. Saltando di palo in frasca (come spesso mi capita di fare): con uno pseudonimo (ottenuto dall'anagramma del mio nome) scrissi un pamphlet di "Favole ... bancarie"; nella copertina inserii il personaggio raffigurato sulla banconota da 500.000 lire. Sempre con lo stesso pseudonimo, da oltre un decennio sono presente in internet (una ricerca in Google restituisce diverse migliaia di miei interventi), su argomenti bancari ... e non solo. Sempre in rete si trovano alcune mie collaborazioni con alcune testate giornalistiche a proposito di motoveicoli dedicati alla mobilità urbana. Eccetera... Sindacalmente, ho un’esperienza alquanto lunga, visto che su 27 anni di banca ne conto più di 16 di attività sindacale. All'interno della FABI, oltre all’ “ordinaria amministrazione” propria di ogni rappresentante, mi sono specializzato nelle tematiche di natura fiscale e attualmente sono componente del consiglio di amministrazione del Centro Assistenza Fiscale FABI di Novara; continuo a curare personalmente l'elaborazione e la trasmissione di oltre centoventi dichiarazioni dei redditi. Per molti anni sei stato un punto di riferimento per i molti neo assunti che hanno iniziato a lavorare nella sede storica della ex BPI come terminalisti cassieri facendo un generoso lavoro di formazione e aiutandoli a risolvere tutte le problematiche legate agli aspetti operativi e assicurativi. Proprio per questo motivo è stato deciso di assegnarti il ruolo di referente unico per i colleghi per problemi su queste tematiche. Come affronti questa grande responsabilità? Per quello che riguarda gli aspetti operativi, ho sempre fatto affidamento sull’esperienza accumulata sul campo e sulla voglia di informarsi e di trovare riscontri oggettivi; ho sempre avuto motivi di conflitto con i (falsi) maestri il cui motto è del tipo “… si fa così perché si è sempre fatto così, mi hanno sempre detto di fare così e ho sempre fatto così, sono vent’anni che lo faccio e quindi è sicuramente giusto…”. Dal punto di vista assicurativo, mi sono inventato una funzione di referente, sia per quello che riguarda la stipula che, soprattutto, per l’attivazione della copertura in caso di sinistro. Posso capire, infatti, l’imbarazzo del collega, a maggior ragione se neoassunto, quando per ottenere un rimborso assicurativo gli viene richiesto di registrarsi presso siti internet, predisporre modulistica e lettere, trasmettere raccomandate. In poche parole, quando un cassiere incorre in una malaugurata differenza basta che mi contatti: lo aiuterò nell’apertura e nella gestione del sinistro.
La tua esperienza lavorativa e sindacale è maturata nella ex BPI, una Banca che ha subito diversi cambiamenti; da più di un anno è avvenuta una fusione che ha unito banche con storie e abitudini diverse. Come hai affrontato tutto questo e, dal tuo punto di vista, come lo hanno fatto i colleghi?
Non dobbiamo nasconderci che i colleghi si sono visti coinvolti passivamente in tutti questi cambiamenti. Alcuni hanno visto sostituirsi sopra la propria testa addirittura tre o più “insegne” diverse nell’arco di un lustro! In un primo momento ci sono state criticità dovute a diverse sensibilità, diversi punti di vista, diversi modi di operare e di gestire sia la clientela che il personale. Ora lavoro in un ufficio centrale e ho quotidiani rapporti con le filiali sia di Veneto Banca sia delle altre Banche del Gruppo. Tale privilegiato punto di osservazione mi permette di affermare che le differenze, seppur sempre presenti, si vanno via via livellando, sia all’interno di Veneto Banca che, complessivamente, nel Gruppo. Insomma, non si tratta più di vere e proprie differenze, quanto di particolarità… come ascoltare al telefono l’interlocutore con accento marchigiano o pugliese! C’è ancora un po’ di campanilismo, che però definirei “goliardico”, senza quindi alcuna connotazione negativa.
A livello prettamente sindacale, hai notato cambiamenti rilevanti?
Sicuramente. Anzi, a mio parere è tutto il sindacato, nel suo complesso, quello che ha sofferto di più la fusione. Negli anni ’90 partecipai alle intersindacali per la stesura e, in seguito, alla discussione con la dirigenza, di un Contratto Integrativo Aziendale della Banca Popolare di Intra. Ricordo che tra tutti i sindacalisti si riscontrava identità di intenti e di metodo di lavoro, pur all’interno delle diversità di idee e di proposte proprie delle diverse sigle sindacali. Oggi, purtroppo, i fatti stanno a dimostrare che solo la FABI ha cavalcato l’onda dell’obbligato rinnovamento, accogliendo al suo interno nuove forze, affrontando le nuove sfide e cercando sempre il confronto con la Banca, che spesso appare sorpresa da tale intraprendenza, alla quale, evidentemente, non era abituata. Non esistono all’interno della FABI contrapposizioni tra persone provenienti da banche diverse: si può veramente considerare sindacato unitario sia di Veneto Banca che dell’intero Gruppo Bancario
Cosa pensi quindi del lavoro che la FABI sta portando avanti?
Occorre ringraziare ancora una volta Ivano Parola e Finn Masciovecchio che hanno saputo fondere le diverse realtà in un “unicum”. Ma soprattutto è necessario plaudire le “nuove forze” (penso a Giuseppe Algeri, a Luca Ruffoni, a Wladimir Brotto, ecc.) che si stanno impegnando per far in modo che tutte le attività della FABI siano correttamente pubblicizzate e regolarmente portate a conoscenza degli iscritti. In questo senso si muovono sia la pubblicazione di questo “Parola alla FABI” sia l’aggiornamento, già in fase avanzata, del sito internet, oltre alle risorse attualmente già presenti in Youtube, in Facebook, in Twitter. Per capire come siano cambiati i tempi, basta citare un piccolo esempio : in occasione di un’assemblea sindacale, qualche tempo fa un collega contestò che leggere uno dei rari comunicati sindacali era complicato come “leggere una circolare MIFID”. Oggi, la comunicazione sindacale FABI è presente, raggiungibile e fruibile senza alcuno sforzo!
Giovanni grazie per le tue risposte che confermano per l'ennesima volta che sei una persona intelligente e capace che sa affrontare ogni situazione con serietà, ma anche con un po' di utile ironia. Prima di salutarci vuoi aggiungere qualcos'altro?
In queste righe ho più volte affrontato il discorso della fusione tra BPI e VB. C’è solo un particolare aspetto che mi lascia ancora perplesso… Quando c’è stata l’unificazione ho visto mutare il numero dei dipendenti dai 1000 della sola BPI ai 4000 complessivi della nuova Veneto Banca. Purtroppo, il numero degli iscritti al sindacato non si è modificato con la stessa proporzione. Questo vuol dire che ci sono ancora troppi colleghi, particolarmente nelle regioni storiche dell’est, che ritengono di dover essere riconoscenti alla Banca “perché ci fa lavorare…”.
Questi stessi colleghi vedono ogni aumento di stipendio, ogni rimborso di polizza sanitaria, ogni conferimento di orario part time, ogni scatto contrattuale, come “concesso dalla Banca”. Mi piacerebbe far capire a queste persone che non hanno avuto queste facilitazioni perché “la Banca è buona e pensa a noi”, ma perché ci sono colleghi, detti SINDACALISTI, che si sono impegnati, si impegnano e continueranno ad impegnarsi, in prima persona e spessissimo anche nel proprio tempo libero, per ottenere tutto questo.
da: Parola alla Fabi - Febbraio 2012
Giovanni Niccoli lavora a Verbania, Ufficio Antiriciclaggio (Veneto Banca Scpa).
E’ RSA, membro del direttivo SAB di Novara e componente del CdA del CAAF Fabi Novara e Vco.
Tel: 0323 543357
Mail: giovanni.niccoli@venetobanca.it
E’ RSA, membro del direttivo SAB di Novara e componente del CdA del CAAF Fabi Novara e Vco.
Tel: 0323 543357
Mail: giovanni.niccoli@venetobanca.it