GIULIA NINI
A BORGOMANERO LA FABI E’ RAPPRESENTANTATA DA GIULIA NINI

Cara Giulia, vuoi raccontare ai colleghi qualcosa di te?
Buongiorno a tutti, sono nata 43 anni fa a Premosello Chiovenda e oggi vivo a Borgomanero. Oltre a lavorare in banca, sono la mamma di Pietro, il mio dolcissimo bambino di tre anni e mezzo: grazie a lui sono diventata esperta di dinosauri, Peppa Pig e Giulio Coniglio. Tra le mie passioni di sempre c’è il mare, in tutte le stagioni, e i viaggi. Tra i posti del cuore la Grecia e il Sud Africa. Da qualche anno mi sono appassionata alla degustazione di vini e nel 2010 sono diventata sommelier, ma i vini da scoprire sono ancora tantissimi!
Da quanto lavori in banca?
Sono entrata in Banca Popolare di Intra nel 1996 mentre mi stavo laureando. La prima destinazione è stata Malesco, in Val Vigezzo, una filiale che allora era costruita come un vero e proprio chalet di montagna; poi Crusinallo e, dopo una parentesi di 4 anni e mezzo nell’Ufficio Marketing della Direzione Commerciale a Intra, a fine 2004 sono ritornata in rete, prima ad Arona, poi nella piccola filiale di Pogno come Gestore Privati, fino al ruolo attuale, dopo la maternità, di Gestore Famiglie a Borgomanero. Ho lavorato e conosciuto in questo modo ambienti molto diversi, la piccola filiale, la sede e gli uffici di direzione centrale, rendendomi conto di organizzazioni del lavoro e problematiche dei colleghi molto diverse.
In questi anni come è cambiato il lavoro del bancario?
E’ cambiato radicalmente: quando sono entrata in banca i ruoli amministrativi rivestivano ancora molta importanza. In pochi anni le banche hanno puntato tutto sull’attività di vendita, più remunerativa, ma condotta talvolta a discapito di un certa etica e delle reali esigenze della clientela. E di questo, nel tempo, si sono accorti i clienti stessi, che si sono fatti critici e diffidenti non solo nei confronti delle banche, ma anche nei confronti di noi bancari, purtroppo. In pochi anni si sono trasformate molto anche le professionalità. Mentre un tempo erano ben definite (talvolta fin troppo specialistiche), oggi il gestore commerciale deve saper fare un po’ di tutto: essere un bravo venditore e conoscere a fondo prodotti diversi tra loro. C’è il campo assicurativo e quello finanziario, poi il mondo fidi e crediti, con procedure di controllo sempre più stringenti. E infine ci sono i regolamenti aziendali interni e normative complesse come la Mifid e la legge in materia di Antiriciclaggio, il cui mancato rispetto può comportare conseguenze ben più serie del mancato raggiungimento di uno dei tanti budget commerciali. Il nostro lavoro è diventato ancor più difficile con la crisi economica e finanziaria e le sue conseguenze sul contesto sociale. La capacità di risparmio e le disponibilità economiche delle famiglie si sono notevolmente ridotte. Da un lato si sono ristrette le possibilità di fare affari per le banche e dall’altro c’è una maggiore attenzione dei clienti agli investimenti e, in generale, su tutti i servizi che vengono offerti, soprattutto in termini di prezzo. I budget invece crescono ogni anno, indipendentemente da tutto.... per non parlare del controllo del credito, ormai diventata una delle attività prevalenti del gestore commerciale.
Sei sempre stata iscritta alla FABI?
Sì, sempre, appena entrata in banca. Come tanti colleghi sono stata quasi subito contattata dai rappresentanti sindacali delle varie sigle; ho conosciuto così Giovanni Codini e la FABI. Ho scelto, sia per la fiducia che la sua persona mi ha ispirato, sia per le caratteristiche di libertà e autonomia proprie di questa organizzazione apartitica, che con i suoi oltre 100 mila iscritti è il sindacato più rappresentativo dei bancari in Italia. Negli anni non mi sono mai pentita. Ho incontrato tanti colleghi impegnati nella FABI e in tutti loro ho sempre trovato passione, serietà e coerenza, oltre alla disponibilità ad ascoltare i problemi dei colleghi con un atteggiamento concreto, senza pregiudizi ideologici e giustizialisti a priori, poco utili alla tutela dei lavoratori. Da quando sono diventata rappresentante sindacale ho potuto poi apprezzare la continua capacità di evolversi della FABI. Ne è un esempio l’attenzione costante alla comunicazione diretta agli iscritti per informare puntualmente e per coinvolgere le persone nelle tante iniziative, come con “Parola alla FABI”. Ma tantissima importanza riveste anche la formazione, offerta continuamente ai rappresentanti sindacali affinché possano essere sempre un valido e competente punto di riferimento per i colleghi.
Perché hai deciso di diventare una Rappresentante Sindacale e di metterti in gioco?
Da tempo meditavo di farlo, poi la maternità mi ha impegnato su altri fronti. Al mio ritorno ho preso la decisione, perché quando si è convinti di qualcosa (se ne abbiamo la possibilità) è giusto impegnarsi in prima persona senza chiedere soluzioni sempre soltanto agli altri.
In questa occasione cosa ti piacerebbe dire ai colleghi?
Di rivolgersi con fiducia al nostro sindacato, segnalando con obiettività non solo le situazioni anomale che vivono sul posto di lavoro, ma interpellandoci per qualsiasi chiarimento sulle tante normative che regolano il nostro lavoro.
da PAROLA ALLA FABI - Aprile 2014
Buongiorno a tutti, sono nata 43 anni fa a Premosello Chiovenda e oggi vivo a Borgomanero. Oltre a lavorare in banca, sono la mamma di Pietro, il mio dolcissimo bambino di tre anni e mezzo: grazie a lui sono diventata esperta di dinosauri, Peppa Pig e Giulio Coniglio. Tra le mie passioni di sempre c’è il mare, in tutte le stagioni, e i viaggi. Tra i posti del cuore la Grecia e il Sud Africa. Da qualche anno mi sono appassionata alla degustazione di vini e nel 2010 sono diventata sommelier, ma i vini da scoprire sono ancora tantissimi!
Da quanto lavori in banca?
Sono entrata in Banca Popolare di Intra nel 1996 mentre mi stavo laureando. La prima destinazione è stata Malesco, in Val Vigezzo, una filiale che allora era costruita come un vero e proprio chalet di montagna; poi Crusinallo e, dopo una parentesi di 4 anni e mezzo nell’Ufficio Marketing della Direzione Commerciale a Intra, a fine 2004 sono ritornata in rete, prima ad Arona, poi nella piccola filiale di Pogno come Gestore Privati, fino al ruolo attuale, dopo la maternità, di Gestore Famiglie a Borgomanero. Ho lavorato e conosciuto in questo modo ambienti molto diversi, la piccola filiale, la sede e gli uffici di direzione centrale, rendendomi conto di organizzazioni del lavoro e problematiche dei colleghi molto diverse.
In questi anni come è cambiato il lavoro del bancario?
E’ cambiato radicalmente: quando sono entrata in banca i ruoli amministrativi rivestivano ancora molta importanza. In pochi anni le banche hanno puntato tutto sull’attività di vendita, più remunerativa, ma condotta talvolta a discapito di un certa etica e delle reali esigenze della clientela. E di questo, nel tempo, si sono accorti i clienti stessi, che si sono fatti critici e diffidenti non solo nei confronti delle banche, ma anche nei confronti di noi bancari, purtroppo. In pochi anni si sono trasformate molto anche le professionalità. Mentre un tempo erano ben definite (talvolta fin troppo specialistiche), oggi il gestore commerciale deve saper fare un po’ di tutto: essere un bravo venditore e conoscere a fondo prodotti diversi tra loro. C’è il campo assicurativo e quello finanziario, poi il mondo fidi e crediti, con procedure di controllo sempre più stringenti. E infine ci sono i regolamenti aziendali interni e normative complesse come la Mifid e la legge in materia di Antiriciclaggio, il cui mancato rispetto può comportare conseguenze ben più serie del mancato raggiungimento di uno dei tanti budget commerciali. Il nostro lavoro è diventato ancor più difficile con la crisi economica e finanziaria e le sue conseguenze sul contesto sociale. La capacità di risparmio e le disponibilità economiche delle famiglie si sono notevolmente ridotte. Da un lato si sono ristrette le possibilità di fare affari per le banche e dall’altro c’è una maggiore attenzione dei clienti agli investimenti e, in generale, su tutti i servizi che vengono offerti, soprattutto in termini di prezzo. I budget invece crescono ogni anno, indipendentemente da tutto.... per non parlare del controllo del credito, ormai diventata una delle attività prevalenti del gestore commerciale.
Sei sempre stata iscritta alla FABI?
Sì, sempre, appena entrata in banca. Come tanti colleghi sono stata quasi subito contattata dai rappresentanti sindacali delle varie sigle; ho conosciuto così Giovanni Codini e la FABI. Ho scelto, sia per la fiducia che la sua persona mi ha ispirato, sia per le caratteristiche di libertà e autonomia proprie di questa organizzazione apartitica, che con i suoi oltre 100 mila iscritti è il sindacato più rappresentativo dei bancari in Italia. Negli anni non mi sono mai pentita. Ho incontrato tanti colleghi impegnati nella FABI e in tutti loro ho sempre trovato passione, serietà e coerenza, oltre alla disponibilità ad ascoltare i problemi dei colleghi con un atteggiamento concreto, senza pregiudizi ideologici e giustizialisti a priori, poco utili alla tutela dei lavoratori. Da quando sono diventata rappresentante sindacale ho potuto poi apprezzare la continua capacità di evolversi della FABI. Ne è un esempio l’attenzione costante alla comunicazione diretta agli iscritti per informare puntualmente e per coinvolgere le persone nelle tante iniziative, come con “Parola alla FABI”. Ma tantissima importanza riveste anche la formazione, offerta continuamente ai rappresentanti sindacali affinché possano essere sempre un valido e competente punto di riferimento per i colleghi.
Perché hai deciso di diventare una Rappresentante Sindacale e di metterti in gioco?
Da tempo meditavo di farlo, poi la maternità mi ha impegnato su altri fronti. Al mio ritorno ho preso la decisione, perché quando si è convinti di qualcosa (se ne abbiamo la possibilità) è giusto impegnarsi in prima persona senza chiedere soluzioni sempre soltanto agli altri.
In questa occasione cosa ti piacerebbe dire ai colleghi?
Di rivolgersi con fiducia al nostro sindacato, segnalando con obiettività non solo le situazioni anomale che vivono sul posto di lavoro, ma interpellandoci per qualsiasi chiarimento sulle tante normative che regolano il nostro lavoro.
da PAROLA ALLA FABI - Aprile 2014