RODOLFO CURINA

Ciao Rodolfo, molti colleghi vorrebbero sapere qualcosa di più di te...
Ho 58 anni, sono coniugato e ho una figlia di 24 anni. Sono un vero appassionato di sport, in particolare della pallavolo, passione che coltivo come Presidente di una gloriosa società sportiva, la "Virtus Volley", gloriosa perché vincitrice di diversi titoli italiani giovanili, protagonista in diversi campionati di serie
A, oltre che crogiolo di numerosi talenti tra cui Paolo Tofoli, uno dei giocatori più vincenti nella storia della pallavolo italiana.
Come e quando è iniziata la tua esperienza in Carifac?
Lavoro in Carifac da 12 anni, dopo ben 23 anni di esperienza presso la Carifano. Dal 1990 ricopro il ruolo di Responsabile di Filiale e nel 2001 sono stato contattato dall’allora Responsabile Commerciale, ora in pensione, Roberto Gasparrini, il quale, cercava un direttore per aprire la filiale di Fano, la mia città.
Ci siamo subito accorti di avere molti punti in comune e allora non ho avuto difficoltà a prendere la decisione di cambiare banca.
Cosa ti ha spinto ad avvicinarti al sindacato?
Il primo giorno di lavoro in Carifac il collega Gasparrini mi fece firmare una montagna di carte: il contratto di c/c, il contratto Bancomat, il contratto per la Carta di Credito, l’adesione all’ACAR e l’adesione a una certa sigla sindacale. Un atto certamente irrazionale al quale, al momento, non ho dato molto peso anche perché, devo francamente dire, fino ad allora non avevo mai dato molta importanza al sindacato: l’attività sindacale era di fatto inesistente, fatta eccezione per una cena all’anno organizzata a ridosso delle festività di Natale. Per questi motivi ho infine revocato quell’adesione e, per diversi anni, non mi sono più iscritto ad alcuna sigla. Poi, con il passare del tempo e riscontrando il peggioramento della qualità dell’ambiente in cui si lavora, ho gradualmente cambiato il mio modo di vedere iniziando a guardare con interesse a quanto stava accadendo nel nostro settore. Quando Giacomo Vallesi, insieme ad altri colleghi, iniziò a raccogliere le iscrizioni alla FABI, (il primo sindacato dei bancari, a quel tempo incredibilmente assente in Carifac), non ci pensai su e firmai con convinzione il mio modulo di adesione. Penso che la FABI sia il vero sindacato dei bancari, da sempre impegnata nella difesa e tutela degli interessi dei bancari. Era inverosimile che in Carifac non fosse presente, ma probabilmente a qualcuno faceva comodo così.
Da semplice iscritto a rappresentante dei lavoratori, sei convinto della scelta che hai fatto?
E’ una domanda difficile, perché per molto tempo non mi sono interessato a fondo dei problemi sindacali esistenti nella banca. Come molti colleghi, ero totalmente preso dai ritmi di lavoro e preferivo delegare ad altri la soluzione delle varie problematiche. Spesso le cose nascono casualmente.
Una grande amicizia con Giacomo Vallesi e, attraverso lui, i contatti con Massimo Buonanno e con Giuseppe Algeri, persone che stimo perché fanno tutto con una grande passione, mi hanno convinto a interessarmi di più delle problematiche lavorative e a dare una mano a cercare soluzioni per il bene sia dei colleghi che, in definitiva, della stessa azienda.
Non vi nascondo lo stupore quando mi è stato chiesto di candidarmi alle elezioni nell’Organismo di sorveglianza del Fondo Pensione Interno di Carifac, a seguito di ciò sono risultato eletto con il maggior numero di preferenze, diventandone così il Presidente: una dimostrazione di stima e fiducia per me inaspettate da parte di molti colleghi, delle quali sono molto onorato.
Come valuti il lavoro che la FABI sta facendo nel Gruppo Veneto Banca?
Questa domanda non avreste dovuto farmela perché con la mia risposta rischiamo di cadere nell’autocelebrazione o, meglio, come la famiglia del Mulino Bianco, dove tutto è perfetto e tutti sono felici.
Battute a parte ho veramente una profonda ammirazione e una stima immensa nei confronti di tutti i Rappresentanti del Coordinamento della FABI del Gruppo Veneto Banca, una squadra veramente eccezionale, colleghi sempre attenti e presenti, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.
Secondo te i colleghi comprendono a fondo l’importanza di avere qualcuno che difenda e tuteli i loro interessi?
Fino a qualche tempo fa avrei detto di no: era un luogo comune pensare che i sindacalisti fossero un po’ fannulloni che si facevano gli affari loro.
Oggi mi sembra sia molto cambiata l’opinione comune, anche perché non è possibile ignorare il lavoro regolarmente svolto per informare i colleghi sui loro diritti. Trattiamo argomenti di grande interesse spiegando dettagliatamente problematiche diverse quali quelle che riguardano i trasferimenti, le diarie, le ferie, ecc.. Sono stato lieto di ricevere numerosi attestati di stima e apprezzamenti anche da parte di colleghi iscritti ad altre sigle sindacali che spero decidano presto di darci il loro sostegno, fondamentale per ottenere maggiori risultati.
Qui nessuno fa il rappresentante per interessi personali e quelli che la pensano così nella FABI durano poco e poi se ne vanno.
Cosa vorresti dire in conclusione ai tuo colleghi?
Potrei sembrare banale, ma vorrei semplicemente ricordare che il sindacato non deve essere il lavoro di pochi, ma di tanti.
Basta delegare in bianco!
Dobbiamo partecipare e vigilare: se saremo uniti saremo più forti.
Se ci pensate bene, questa è la realtà.
da Parola alla FABI - Agosto 2013
Rodolfo Curina è RSA presso la Direzione Territoriale Centro.
E' Presidente dell'Organismo di sorveglianza del Fondo Pensione Interno di Carifac
Ho 58 anni, sono coniugato e ho una figlia di 24 anni. Sono un vero appassionato di sport, in particolare della pallavolo, passione che coltivo come Presidente di una gloriosa società sportiva, la "Virtus Volley", gloriosa perché vincitrice di diversi titoli italiani giovanili, protagonista in diversi campionati di serie
A, oltre che crogiolo di numerosi talenti tra cui Paolo Tofoli, uno dei giocatori più vincenti nella storia della pallavolo italiana.
Come e quando è iniziata la tua esperienza in Carifac?
Lavoro in Carifac da 12 anni, dopo ben 23 anni di esperienza presso la Carifano. Dal 1990 ricopro il ruolo di Responsabile di Filiale e nel 2001 sono stato contattato dall’allora Responsabile Commerciale, ora in pensione, Roberto Gasparrini, il quale, cercava un direttore per aprire la filiale di Fano, la mia città.
Ci siamo subito accorti di avere molti punti in comune e allora non ho avuto difficoltà a prendere la decisione di cambiare banca.
Cosa ti ha spinto ad avvicinarti al sindacato?
Il primo giorno di lavoro in Carifac il collega Gasparrini mi fece firmare una montagna di carte: il contratto di c/c, il contratto Bancomat, il contratto per la Carta di Credito, l’adesione all’ACAR e l’adesione a una certa sigla sindacale. Un atto certamente irrazionale al quale, al momento, non ho dato molto peso anche perché, devo francamente dire, fino ad allora non avevo mai dato molta importanza al sindacato: l’attività sindacale era di fatto inesistente, fatta eccezione per una cena all’anno organizzata a ridosso delle festività di Natale. Per questi motivi ho infine revocato quell’adesione e, per diversi anni, non mi sono più iscritto ad alcuna sigla. Poi, con il passare del tempo e riscontrando il peggioramento della qualità dell’ambiente in cui si lavora, ho gradualmente cambiato il mio modo di vedere iniziando a guardare con interesse a quanto stava accadendo nel nostro settore. Quando Giacomo Vallesi, insieme ad altri colleghi, iniziò a raccogliere le iscrizioni alla FABI, (il primo sindacato dei bancari, a quel tempo incredibilmente assente in Carifac), non ci pensai su e firmai con convinzione il mio modulo di adesione. Penso che la FABI sia il vero sindacato dei bancari, da sempre impegnata nella difesa e tutela degli interessi dei bancari. Era inverosimile che in Carifac non fosse presente, ma probabilmente a qualcuno faceva comodo così.
Da semplice iscritto a rappresentante dei lavoratori, sei convinto della scelta che hai fatto?
E’ una domanda difficile, perché per molto tempo non mi sono interessato a fondo dei problemi sindacali esistenti nella banca. Come molti colleghi, ero totalmente preso dai ritmi di lavoro e preferivo delegare ad altri la soluzione delle varie problematiche. Spesso le cose nascono casualmente.
Una grande amicizia con Giacomo Vallesi e, attraverso lui, i contatti con Massimo Buonanno e con Giuseppe Algeri, persone che stimo perché fanno tutto con una grande passione, mi hanno convinto a interessarmi di più delle problematiche lavorative e a dare una mano a cercare soluzioni per il bene sia dei colleghi che, in definitiva, della stessa azienda.
Non vi nascondo lo stupore quando mi è stato chiesto di candidarmi alle elezioni nell’Organismo di sorveglianza del Fondo Pensione Interno di Carifac, a seguito di ciò sono risultato eletto con il maggior numero di preferenze, diventandone così il Presidente: una dimostrazione di stima e fiducia per me inaspettate da parte di molti colleghi, delle quali sono molto onorato.
Come valuti il lavoro che la FABI sta facendo nel Gruppo Veneto Banca?
Questa domanda non avreste dovuto farmela perché con la mia risposta rischiamo di cadere nell’autocelebrazione o, meglio, come la famiglia del Mulino Bianco, dove tutto è perfetto e tutti sono felici.
Battute a parte ho veramente una profonda ammirazione e una stima immensa nei confronti di tutti i Rappresentanti del Coordinamento della FABI del Gruppo Veneto Banca, una squadra veramente eccezionale, colleghi sempre attenti e presenti, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.
Secondo te i colleghi comprendono a fondo l’importanza di avere qualcuno che difenda e tuteli i loro interessi?
Fino a qualche tempo fa avrei detto di no: era un luogo comune pensare che i sindacalisti fossero un po’ fannulloni che si facevano gli affari loro.
Oggi mi sembra sia molto cambiata l’opinione comune, anche perché non è possibile ignorare il lavoro regolarmente svolto per informare i colleghi sui loro diritti. Trattiamo argomenti di grande interesse spiegando dettagliatamente problematiche diverse quali quelle che riguardano i trasferimenti, le diarie, le ferie, ecc.. Sono stato lieto di ricevere numerosi attestati di stima e apprezzamenti anche da parte di colleghi iscritti ad altre sigle sindacali che spero decidano presto di darci il loro sostegno, fondamentale per ottenere maggiori risultati.
Qui nessuno fa il rappresentante per interessi personali e quelli che la pensano così nella FABI durano poco e poi se ne vanno.
Cosa vorresti dire in conclusione ai tuo colleghi?
Potrei sembrare banale, ma vorrei semplicemente ricordare che il sindacato non deve essere il lavoro di pochi, ma di tanti.
Basta delegare in bianco!
Dobbiamo partecipare e vigilare: se saremo uniti saremo più forti.
Se ci pensate bene, questa è la realtà.
da Parola alla FABI - Agosto 2013
Rodolfo Curina è RSA presso la Direzione Territoriale Centro.
E' Presidente dell'Organismo di sorveglianza del Fondo Pensione Interno di Carifac