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INTERVENTO ASSEMBLEA DEI SOCI - 28 APRILE 2017 - INTERVENTO DI GIULIA NINI.pdf |
Signor Presidente, signori Consiglieri e signori Soci, sono Giulia Nini, dipendente e socia di Veneto Banca e Coordinatrice della FABI, Sindacato autonomo dei bancari.
Questa è la prima volta che intervengo in un’Assemblea e non vi nascondo l’emozione.
Nei giorni scorsi mi sono domandata con quali parole avrei iniziato questo intervento. Le ho trovate due sere fa leggendo a mio figlio una favola di Gianni Rodari… una favola che finisce così:
“In cuore abbiamo tutti un cavaliere pieno di coraggio, pronto a rimettersi sempre in viaggio”.
E non ho avuto più dubbi su cosa avrei detto oggi.
Così vi chiedo: siamo pronti a rimetterci in viaggio?
Rispondo per noi dipendenti. Noi siamo pronti!
Ancora un’altra volta.
Perché è questo che abbiamo fatto in questi anni: ci è stato chiesto coraggio e lo abbiamo avuto; ci è stato chiesto il massimo sforzo e lo abbiamo dato; ci sono stati chiesti sacrifici e li stiamo facendo.
Siamo bravi soldati? No… siamo persone responsabili, professionisti, parte integrante, con le nostre famiglie, di quel territorio che noi davvero vogliamo salvare. Siamo stati il punto di riferimento, spesso l’unico, per migliaia di clienti e soci, disorientati, a volte disperati e, spesso tanto arrabbiati.
Negli ultimi giorni continuiamo a leggere che dovremo affrontare grossi sacrifici; tagli al personale, riduzione di stipendi, condizioni inevitabili per evitare il disastro.
Ma, diciamocelo chiaramente: lo abbiamo procurato noi dipendenti questo disastro? Non crediamo che sia giusto che chi lo ha causato debba pagare davvero? Sto parlando dell’azione di responsabilità, della necessità di procedere con celerità, convinzione e decisione affinché chi ci ha portato a questo punto ne affronti le conseguenze. Ce lo dovete, questo!
Lo sappiamo, non siamo dei folli: la situazione è critica… lo dimostrano i dati di bilancio; Ma è possibile? Dico …è giusto che si cerchi sempre di imboccare la via di uscita più facile: quella dei tagli al lavoro, al personale?
Da questa uscita non si andrà da nessuna parte!
Lo sappiamo tutti, ormai, che alcuni sacrifici si dovranno fare… ma qui, oggi, come azionista, dipendente e rappresentante dei lavoratori chiedo: si abbia il coraggio di distribuirli su tutti, dal primo dei commessi all’ultimo dei consiglieri in modo equo!
Non siamo forse parte della stessa banca? Non vogliamo tutti la stessa cosa? Recuperare redditività, sostenere il territorio, fare banca in modo etico, corretto e trasparente?
La domanda è retorica, lo so, ma la risposta non può essere solo un “sì”!
La risposta deve essere una fiducia rinnovata nei dipendenti, in coloro che questa banca fino ad oggi l’hanno tenuta in piedi.
La risposta deve essere un loro coinvolgimento nelle strategie della banca che verrà.
La risposta deve essere un nuovo modo di fare banca, quel nuovo modo che chiediamo a gran voce da tempo… dove la regola non è l’imposizione e il controllo, ma la condivisione, l’entusiasmo, dove la strategia non è quella del piccolo cabotaggio, ma quella delle scelte coraggiose e lungimiranti.
E concludo… “In cuore - diceva Rodari - abbiamo tutti un cavaliere pieno di coraggio, pronto a rimettersi sempre in viaggio”.
Noi dipendenti siamo pronti a rimetterci in viaggio, ancora una volta.
Ma non può essere solo una favola per di un bambino di sei anni.
Deve essere l’inizio di una storia fatta di onestà, e di merito … sostantivi, questi, che possono ancora appartenere a una banca se siamo tutti a volerlo!
Nel territorio che vogliamo salvare ci siamo anche noi lavoratori e lavoratrici con le nostre famiglie, non dimentichiamolo!
Questa è la prima volta che intervengo in un’Assemblea e non vi nascondo l’emozione.
Nei giorni scorsi mi sono domandata con quali parole avrei iniziato questo intervento. Le ho trovate due sere fa leggendo a mio figlio una favola di Gianni Rodari… una favola che finisce così:
“In cuore abbiamo tutti un cavaliere pieno di coraggio, pronto a rimettersi sempre in viaggio”.
E non ho avuto più dubbi su cosa avrei detto oggi.
Così vi chiedo: siamo pronti a rimetterci in viaggio?
Rispondo per noi dipendenti. Noi siamo pronti!
Ancora un’altra volta.
Perché è questo che abbiamo fatto in questi anni: ci è stato chiesto coraggio e lo abbiamo avuto; ci è stato chiesto il massimo sforzo e lo abbiamo dato; ci sono stati chiesti sacrifici e li stiamo facendo.
Siamo bravi soldati? No… siamo persone responsabili, professionisti, parte integrante, con le nostre famiglie, di quel territorio che noi davvero vogliamo salvare. Siamo stati il punto di riferimento, spesso l’unico, per migliaia di clienti e soci, disorientati, a volte disperati e, spesso tanto arrabbiati.
Negli ultimi giorni continuiamo a leggere che dovremo affrontare grossi sacrifici; tagli al personale, riduzione di stipendi, condizioni inevitabili per evitare il disastro.
Ma, diciamocelo chiaramente: lo abbiamo procurato noi dipendenti questo disastro? Non crediamo che sia giusto che chi lo ha causato debba pagare davvero? Sto parlando dell’azione di responsabilità, della necessità di procedere con celerità, convinzione e decisione affinché chi ci ha portato a questo punto ne affronti le conseguenze. Ce lo dovete, questo!
Lo sappiamo, non siamo dei folli: la situazione è critica… lo dimostrano i dati di bilancio; Ma è possibile? Dico …è giusto che si cerchi sempre di imboccare la via di uscita più facile: quella dei tagli al lavoro, al personale?
Da questa uscita non si andrà da nessuna parte!
Lo sappiamo tutti, ormai, che alcuni sacrifici si dovranno fare… ma qui, oggi, come azionista, dipendente e rappresentante dei lavoratori chiedo: si abbia il coraggio di distribuirli su tutti, dal primo dei commessi all’ultimo dei consiglieri in modo equo!
Non siamo forse parte della stessa banca? Non vogliamo tutti la stessa cosa? Recuperare redditività, sostenere il territorio, fare banca in modo etico, corretto e trasparente?
La domanda è retorica, lo so, ma la risposta non può essere solo un “sì”!
La risposta deve essere una fiducia rinnovata nei dipendenti, in coloro che questa banca fino ad oggi l’hanno tenuta in piedi.
La risposta deve essere un loro coinvolgimento nelle strategie della banca che verrà.
La risposta deve essere un nuovo modo di fare banca, quel nuovo modo che chiediamo a gran voce da tempo… dove la regola non è l’imposizione e il controllo, ma la condivisione, l’entusiasmo, dove la strategia non è quella del piccolo cabotaggio, ma quella delle scelte coraggiose e lungimiranti.
E concludo… “In cuore - diceva Rodari - abbiamo tutti un cavaliere pieno di coraggio, pronto a rimettersi sempre in viaggio”.
Noi dipendenti siamo pronti a rimetterci in viaggio, ancora una volta.
Ma non può essere solo una favola per di un bambino di sei anni.
Deve essere l’inizio di una storia fatta di onestà, e di merito … sostantivi, questi, che possono ancora appartenere a una banca se siamo tutti a volerlo!
Nel territorio che vogliamo salvare ci siamo anche noi lavoratori e lavoratrici con le nostre famiglie, non dimentichiamolo!