Alessandra Carradori lavora in Veneto Banca dall’1 aprile 2007. Assunta presso l’ex Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, inizia la sua esperienza lavorativa in due filiali marchigiane per poi spostarsi su Roma, città dove completa gli studi universitari presso la prestigiosa LUISS. In filiale ricopre diversi ruoli fino a essere selezionata per quello di Addetto allo Sviluppo Commerciale, opportunità che le infonde nuovi stimoli e grande motivazione, una sfida importante e quotidiana che le sta permettendo di crescere giorno dopo giorno... |
del 1999 esordisce allo Stadio degli Eucalipti in via Marconi dove, all’89° fischia un fallo che punisce con un calcio di rigore per la squadra ospite.
Nel 2003 viene convocata a Coverciano in rappresentanza dei 50 migliori arbitri del Lazio.
Poco dopo però riceve una brutta notizia: una patologia la costringe a interrompere l’ascesa che, con tenacia e non pochi sforzi, aveva intrapreso. Per diverse settimane è costretta a letto e deve interrompere sia gli studi universitari sia l’attività sportiva. Durante questo periodo Alessandra promette a se stessa di impegnarsi al massimo per laurearsi in Legge e diventare un importante Arbitro e poter così trasmettere un messaggio di valore, uguaglianza fra esseri umani, pace e fair play, in un ambito sportivo troppo spesso violento e maleducato. Contro ogni parere medico riprende ad allenarsi, davvero a gran fatica, pregando fortemente per trovare la forza e il coraggio. Piano piano, nel giro di un paio d’anni, il suo fisico recupera progressivamente ed è così che l’impossibile si trasforma in possibile. Da allora è una escalation di successi.
Negli anni 2005-2006, transita dal calcio a 11 al futsal (calcio a 5). Alessandra affronta questa nuova esperienza nonostante la diffidenza tipica in un ambiente contrassegnato da una mentalità prettamente maschilista.
Passo dopo passo, nel 2008 esordisce in serie C.
A giugno del 2009 riceve la benemerenza sportiva da parte del Comitato Regionale Lazio: un formale e sincero apprezzamento per l’attività svolta nella stagione sportiva 2008/2009.
Nel 2010 viene convocata in nazionale dove le sono richieste preparazione e professionalità elevate sia in termini tecnici che atletici.
Aumentano le soddisfazioni e con queste aumenta anche l’impegno. Tanti sacrifici e rinunce per trovare il tempo di fare tutto: lavoro, studio e arbitraggio, il tutto con la consueta massima dedizione e determinazione. Nel 2013 Alessandra si laurea in Legge e, contestualmente, è chiamata a dirigere la finale di coppa Italia di serie A femminile.
Nel 2014 milita nel campionato di A2 ad Acireale, dopo aver superato un brutto infortunio al peroneo che secondo alcuni dottori l’avrebbe costretta a dire addio alla sua attività arbitrale.
Nel 2015 raccoglie i frutti di quel lavoro assiduo e appassionato, ogni partita marca un grande beneficio per la sua crescita in termini di umanità e maturità.
Nel 2016 in aprile viene designata ad arbitrare la competizione internazionale “ ISF World Schools Championship” , a Porec in Croazia: 26 Paesi del Mondo a confronto sportivo e non solo. Questa diviene la sua grande occasione per mostrare e trasmettere tutto quello che ha nel cuore e che ha acquisito in ben 18 anni di attività: educazione, forza, autenticità, coraggio, umiltà, rispetto verso se stessi e gli altri, libertà di espressione della propria unicità, vera gioia di vivere.
La finale femminile Brasile- Francia è per lei un’esperienza indimenticabile.
A maggio dirige la finale di scudetto (gara 1) del campionato di serie A femminile e a giugno un’amichevole internazionale tra Italia e Slovacchia. Alessandra ama arbitrare qualsiasi partita, perché sul campo, in divisa, si sente autentica al 100%: “Ogni partita di futsal mi mette alla prova caratterialmente, fa si che mi confronti coi miei limiti, mi permette di crescere, rafforzarmi, vedere cosa c’è al di là della paura, mi permette di sviluppare il coraggio, la forza”. Magari avessimo tutti la costanza e la determinazione di Alessandra.
A lei i nostri complimenti e l’augurio di continuare a mietere traguardi e successi.