Marco Zorzetto lavora in Veneto Banca dal 2008. Come Addetto Operativo inizialmente presso la filiale di Sandrigo, poi un paio di anni a Lonigo e da maggio del 2013 è un “viaggiante” o “jolly”, come ama definirsi lui: “...faccio in modo che i colleghi in cassa possano andare in ferie o stare a casa con l’influenza...”. Nel 2003, insieme ad alcuni amici, si avvicina a un’attività chiamata Softair e che in Wikipedia viene definita come “una attività ludico-sportiva basata su tattiche militari”... |
La squadra di Marco si chiama Gruppo Aquila, e conta una ventina di ragazzi, dai 17 ai 53 anni, provenienti dalle provincie di Vicenza e di Padova. Il loro campo si trova a Sossano (VI) sui Colli Berici. Ovviamente la loro presenza è ben segnalata per evitare che qualcuno vedendo 20 loschi figuri armati fino ai denti, possa allarmarsi.
Anche i Carabinieri sono sempre a conoscenza delle loro attività.
Nel Softair esistono vari campionati. Al Campionato Regionale del Veneto partecipano una dozzina di squadre storiche. Ognuna di esse, a turno, ospita le altre nel proprio campo e organizza una tappa con una serie di obiettivi da raggiungere, vere e proprie missioni che non pongono alcun limite alla fantasia, molto simili a quelle delle esercitazioni militari: localizzare e distruggere una stazione radio nemica, disinnescare finti ordigni, recuperare finti satelliti precipitati nella foresta, eliminare terroristi in Afghanistan, lottare contro i narcotrafficanti in Sudamerica, molto realistico d’estate quando ci sono 40 gradi e il 100% di umidità. Ogni partita può durare anche 48 ore ed è una fusione di orientamento, trekking, tiro al bersaglio, sopravvivenza, caccia al tesoro. In tutti questi anni Marco ha ricoperto tutti i vari ruoli: è stato caposquadra, navigatore e scout o point man.
Nel Softair si utilizzano repliche di armi reali in scala 1:1 che sparano sfere di plastica di 6mm di diametro attraverso un sistema di aria compressa, oltre a tutto il resto dell’attrezzatura militare: caricatori di ogni misura e colore, vari kit di pronto soccorso, pinze o coltellini multiuso, borracce, radio con microfoni e auricolari, occhiali o maschere (sempre obbligatori), zaini con sacchi a pelo, fornellini, tende monoposto, ecc.
Marco ci confida di amare i suoi M4, fucili di assalto in dotazione all’esercito americano su cui è possibile montare numerosi accessori come torce, mirini a punto rosso, ottiche, puntatori laser e, addirittura, visori notturni.
C’è chi scherza dicendo che i giocatori di Softair sono attratti dall’M4 quanto le bambine lo sono dalla Barbie e
Marco ne possiede ben due, di M4 naturalmente.
Marco porta su di sé anche una ferita di guerra: la sua prima partita, il 7 dicembre del 2003, finisce con il suo ricovero in Ospedale per appendicite.
Il Softair è uno sport che fa nascere e crescere solide amicizie e non è affatto violento.
Per questo motivo viene utilizzato per eventi di team building, proprio perché insegna a capire come un gruppo di persone dovrebbe collaborare anche in situazioni di forte stress.
Un buon giocatore ha calma e sangue freddo, sa lavorare in team, ha molta resistenza e, naturalmente, una buona mira.
Se siete in cerca di una attività divertente, che aggiunga un po’ di adrenalina a una passeggiata nel bosco Marco vi consiglio di provare il Softair: “...non vi preoccupate se non avete l’equipaggiamento, ve lo fornirà l’Associazione a cui vi rivolgerete...”.