Fabrizio Belluscio lavora in banca dall’11 settembre del 2000. Dopo aver prestato servizio per qualche anno a Legnano viene trasferito a Milano presso la Filiale di Via Cusani. Si occupa per lungo tempo di back office poi, per esigenze della filiale, torna a ricoprire il ruolo di Addetto Operativo di sportello. Qualche anno fa, una sera esce con un amico, deciso a trascorrere una serata in discoteca. Giunti al locale la fila all’ingresso è lunghissima e i due decidono di dirigersi verso un locale adiacente per salvare la serata: si ritrovano così in una sala da biliardo e provano a fare una partita. |
Questo è un gioco dove, attorno a quelle tre palle, una bianca, una gialla e una rossa, e a quel castello di birilli centrale, amico e nello stesso tempo nemico, si celano regole geometriche ben definite, che gettano le basi per la comprensione dei fenomeni più o meno complessi che si verificano all'interno del tavolo verde.
Insomma, questo gioco è zeppo di calcoli e di strategie!
Le difficoltà sono molteplici e ci vuole grande concentrazione per coordinare ogni movimento. Si usa molto imprimere effetti alla rotazione delle palle e a forza di tirare ci si allena.
Forse lo sanno in pochi o non se ne parla, ma il biliardo è il primo tra gli hobby praticati al mondo, per numero di praticanti e spettatori. Si parla di 2 miliardi, 2 miliardi e mezzo di appassionati globalmente, quasi il 30 per cento della popolazione mondiale. Questo gioco o meglio sport, ha origini nobili e antiche, infatti Luigi XVI chiese al falegname di Corte di inventare un gioco che si potesse giocare d'inverno senza sporcarsi come nel croquet. Il falegname introdusse il concetto di un tavolo a sponde alte, con biglie di avorio che i giocatori dovevano colpire con stecche semi curve. Infatti nelle Corti europee era in voga il croquet che si giocava con mazze simili a quelle da polo, ma più corte. Si dovevano colpire bocce rotonde e farle passare sotto curiosi archetti semi ovali seguendo un determinato percorso con il fine di arrivare primi. Dal croquet discendono il biliardo, il golf e pure il polo. Il gioco si diffuse subito nelle Corti europee con tavoli e regole diverse, anche in Inghilterra divenuta poi culla nei tempi moderni dello snooker.
Tornando al nostro collega, il caso vuole che anche un cliente della Filiale di Legnano sia un grande appassionato di questo gioco e un giorno si presenta in filiale con una sorpresa: la stecca da biliardo con cui Fabrizio gioca tutt'ora. Solo dopo un po’ di tempo scopre che questo cliente è niente di meno che il Presidente del Comitato Provinciale del biliardo e, tempo addietro, un campione nazionale: vero e proprio professionista. Circa un anno e mezzo fa, Fabrizio decide di iscriversi in una squadra che partecipa al Campionato Provinciale di biliardo all'italiana. Per migliorare la sua tecnica si allena con costanza e regolarità con un maestro federale che appartiene alla categoria nazionale. Fabrizio ha giocato tantissime partite. Quella che ricorda con più emozione è stata la prima partita al suo primo torneo di Goriziana che a momenti vince, ma che per pochi punti perde proprio all’ultimo tiro. E’ evidente come Fabrizio abbia fatto suo il famosissimo motto che simboleggia le Olimpiadi “L’importante non è vincere ma partecipare”, anche se ci confessa che non gli dispiace molto battere tutti gli avversari che incontra, anzi questa è la cosa che lo rende veramente felice.