Matteo Gasparini non è un semplice bancario: è infatti il Responsabile, al secondo mandato, della X delegazione del Soccorso Alpino Valdossola. Entrato in banca nel 1992 nell’allora Banco di Roma, durante l’alluvione del Piemonte del 2000, una delle peggiori inondazioni a colpire il Piemonte in tempi moderni, mentre presta volontariato al Centro Operativo Misto di Verbania rispondendo alle chiamate dei diversi utenti, si trova a dialogare con il Vice Direttore Generale della Banca Popolare di Intra che telefona spesso per avere indicazioni e consigli in merito ai dipendenti che transitavano da Fondotoce (sensibilità di altri tempi). |
Una parola tira l’altra e si ritrova così a partecipare alle selezioni di quell’istituto, ora Veneto Banca, dove viene assunto nel 2001. Dopo aver lavorato nelle Filiali di Cannero, Cannobio, Omegna e per 5 anni in Direzione Mercato, ora ricopre il ruolo di Addetto Operativo presso la Filiale di Gravellona Toce, incarico che gli permette di gestire al meglio anche il suo importante impegno sociale senza creare disagio ai suoi colleghi e alla clientela. A Matteo può infatti capitare di doversi assentare improvvisamente per interventi di Soccorso o Ricerca. Appassionato di montagna praticamente da quando già con la sua famiglia, genitori e fratelli, passava i week-end a camminare sui sentieri dell’alta Valle Formazza, raggiunta la maggiore età e l’indipendenza affronta sfide ben più importanti: la maggior parte dei 4000 delle Alpi, Monte Bianco compreso. Matteo ha sempre sentito la necessità di aiutare il prossimo: diventa volontario della Croce Rossa e soccorritore sulle piste da sci, dimostrando di possedere una tempra che non tutti hanno. Quello al Soccorso Alpino è un passaggio naturale che gli ha dato la possibilità di mettere a disposizione le sue capacità alpinistiche e le sue conoscenze in ambito di soccorso. In qualità di Delegato fa riferimento al Presidente Regionale del Soccorso Alpino. Si occupa della gestione finanziaria e della burocrazia in genere della X Delegazione Valdossola, gestisce i contatti con le autorità dello Stato e con la stampa, organizza gli incontri con gli 11 capi-stazione territoriali ed in collaborazione con la Commissione Tecnica seleziona nuovi volontari e predispone la formazione necessaria per consentire loro di svolgere al meglio questa delicata attività, coordina circa 220 volontari, ha la responsabilità della strategia in operazioni di soccorso considerato che le modalità e gli attori in caso di intervento sono molteplici (Gruppo Specialistico Valanga, cani molecolari, ricerca in superficie o unità da valanga ed in caso di necessità ausilio di elicottero come quello della Rega o l’Air Zermatt). Matteo in tutti questi anni è stato obbligato inevitabilmente a fare delle scelte non facili e a trovare dei compromessi. E’ stato soprattutto grazie al sostegno e al supporto di sua moglie e della sua famiglia che è diventato quello che è. Ci sono stati momenti in cui ha rischiato di rinunciare al Soccorso Alpino per puntare tutto sul lavoro, ma alla fine ha trovato il suo equilibrio e oggi riesce a conciliare entrambe le sue attività. Da anni dedica la pausa pranzo proprio al Soccorso Alpino e l’impegno si concentra dopo le 17:00 e nei week-end. Matteo ha collezionato una vera montagna di ricordi. Tra di loro quello che lo emoziona di più risale a una decina di anni fa quando a Madonna del Sasso, un santuario su di un dirupo di oltre 300 metri spesso teatro di atti di suicidio, una signora risultava dispersa da più di 24 ore. Le ricerche proseguivano dalla notte precedente. Quando Matteo è stato chiamato per portare altro materiale a supporto delle squadre impegnate su tutto il versante nella ricerca, prima di rientrare al lavoro, è stato attratto da qualcosa che si muoveva sul sentiero laterale alla rupe: era quella signora che, invece di buttarsi nel vuoto, si era lanciata lateralmente alla rupe andando a finire su di un mucchio di rami secchi che fortunatamente ne avevano attutito la caduta. Matteo ricorda ancora le lacrime con le quali quella povera signora, mentre veniva recuperata dall’elicottero con solo qualche piccola frattura, ripeteva le sue scuse per quello che aveva fatto. Non tutti gli interventi però finiscono con un lieto fine e il ricordo di uno in particolare molte notti non gli permette di dormire. Proprio agli inizi della sua carriera una turista straniera si era persa nei boschi sopra Cannero. Squadre subito fuori in ricerca pensando fosse un intervento di routine. Giunta la notte e la pioggia, della signora non c’era alcuna traccia. Matteo aveva parlato con lei al telefono e il rammarico è proprio quello di non essere stato in grado di capire dove si era persa. Il segnale era scarso e la comunicazione andava e veniva, parlava solo tedesco e qualche parola di inglese. Le ricerche sono durate tre giorni, ma senza esito nonostante il grande spiegamento di uomini e di mezzi. La donna è stata trovata senza vita diversi mesi dopo lungo un corso d’acqua. Per concludere Matteo ci tiene a ringraziare anche Veneto Banca che gli ha sempre permesso di svolgere questo compito a favore della comunità senza che mai nessuno abbia avuto da ridire o si sia lamentato per le sue assenze. L’attenzione della banca per il territorio è il miglior modo per recuperare quella fiducia minata dai recenti noti accadimenti: “...la Delegazione Valdossola ha sempre bisogno di fondi. A buon intenditor poche parole.”
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