Serena Novati inizia a lavorare in banca nel 1989. Matura una prima esperienza presso la Cassa di risparmio di Torino e nel 2001 viene assunta presso la ex Banca Popolare di Intra, oggi Veneto Banca. Oggi ricopre il ruolo di Gestore Famiglie presso la filiale di Cesano Maderno in provincia di Milano. Tolti i panni da bancaria Serena ama coltivare moltissime attività. Tra di queste quella che ci ha incuriosito di più è stata quella della degustazione (processo che analizza il colore, il profumo e il gusto) dei vini. |
Il termine “sommelier” deriva dal francese provenzale “saumalier”, il cui significato originale era “conducente di bestie da soma”, col tempo mutato in “addetto ai viveri”, poi in “cantiniere”. L’origine latina va individuata nella parola sagma, che significa soma e, per estensione, il carico che gli animali da soma trasportano. Il Sommelier è un professionista che attraverso la degustazione fornisce suggerimenti sulle caratteristiche dei vini e su i possibili abbinamenti ai cibi. Pertanto, deve essere in grado di rispondere con competenza e ha il dovere di arricchire costantemente le proprie conoscenze e di aggiornarsi su tutte le innovazioni eno-tecnologiche.
Il mondo del vino l’ha subito affascinata e come si può darle torto: il vino è cultura, è storia e proprio da un semplice calice di vino si possono scoprire molte cose.
La cultura del buon vino fa parte del patrimonio culturale del nostro paese.
Produciamo alcuni tra i migliori vini del mondo, ma tra i più giovani spesso manca una informazione corretta e responsabile in materia. Conoscere i vini è un'arte, e a volte può diventare un lavoro vero e proprio.
Diventare sommelier non è un percorso breve. I corsi si suddividono in tre livelli, per arrivare all'esame finale e conseguire il diploma di tastevin d'argento (non professionisti) o tastevin d'oro (professionisti). Nel primo livello si da un'infarinatura di tutti i temi legati al vino, si parla di viticoltura ed enologia, delle tecniche di degustazione, di legislazione, di abbinamenti non solo per i vini ma anche per birre e acque minerali.
Una delle maggiori difficoltà è quella di non tornare a casa troppo allegri dopo le serate in compagnia.
Scherzi a parte: è un corso molto impegnativo.
Il primo livello dura circa 3 mesi, la frequenza in genere è di due sere a settimana, 6 libri da studiare praticamente a memoria che contengono tantissime nozioni, tra cui la storia del vino, lo schema della vinificazione, molti nomi di vitigni e tante sigle (IGT, DOC, DOCG, DOP, IGP...) che hanno lo scopo di garantire la provenienza di un vino (attenzione non l’effettiva qualità per cui vi invito a leggere qui).
Il corso si conclude con un esame finale serissimo.
Serena ci invita a valutare di frequentare un corso di Sommelier solo se si hanno molta passione, curiosità e un gran bel fegato sano disponibile.
Come sommelier questa nostra simpatica collega non ha partecipato a moltissimi eventi, anche perché la sua preferenza ricade di più sulle serate con gli amici.
Gli eventi e le degustazioni organizzati dalle delegazioni dell'Associazione Italiana Sommelier sono molto diversi tra loro. Ci sono relatori che sanno coinvolgerti a tutto tondo raccontandoti il vino, la sua storia, il suo territorio. Altri
più didascalici, altri a cui interessa solo vendere e/o riempire il loro ristorante.
“Per un Selosse (Champagne)” – ci confessa Serena – “affronterei qualsiasi difficoltà!”
Se dopo questo articolo vi è venuta voglia di un bel bicchiere di vino non ci resta che augurarvi salute, felicità e prosperità, ma con un’unica importante raccomandazione: ricordatevi sempre di bere bene e consapevolmente.