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PAROLA ALLA PSICOLOGA

Rubrica di PAROLA ALLA FABI

PAROLA ALLA FABI

I DISTURBI PSICOLOGICI/PSICHIATRICI: DISTURBI DEPRESSIVI

5/5/2017

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Il Dsm V include nei disturbi depressivi; il disturbo dell’umore dirompente (caratterizzato da scoppi di collera, irritabilità, disturbo diagnosticato prima dei 10 anni d’età); il disturbo depressivo maggiore (caratterizzato da umore depresso, perdita di interesse o piacere per le attività, variazione di peso, alterazioni del sonno, agitazione o rallentamento psicomotori, autosvalutazione e senso di colpa, difficoltà di concentrazione, indecisione, pensieri ricorrenti di morte); il disturbo depressivo persistente (distimia, presenta gli stessi sintomi del disturbo depressivo maggiore, ma l’umore depresso per la maggior parte del giorno quasi tutti i giorni ha una durata di almeno due anni); ...
il disturbo disforico premestruale (labilità affettiva come sbalzi dell’umore e tristezza, irritabilità o rabbia, umore depresso, sentimenti di disperazione, ansia marcata, tensione, diminuzione di interesse per le attività abituali, difficoltà di concentrazione, letargia, modificazioni dell’appetito, problemi di sonno, sintomi fisici, che hanno effetto negativo sul funzionamento lavorativo o sociale e vanno incontro a remissione dopo l’insorgenza delle mestruazioni); il disturbo depressivo indotto da sostanze/farmaci, il disturbo depressivo dovuto a un’altra condizione medica, disturbo depressivo con altra specificazione e disturbo depressivo senza specificazione. La depressione può colpire chiunque e tra le cause ci sono molteplici fattori psicologici (le esperienze e i comportamenti appresi nel corso della propria storia di vita), psicosociali, ambientali, genetici, evolutivi e biologici (si sono riscontrati cambiamenti nella regolazione dei neurotrasmettitori e degli ormoni). Anche l’uso di alcuni farmaci e sostanze possono portare ad uno stato depressivo o peggiorarne i sintomi. La depressione è un disturbo dell’umore, i sintomi della depressione possono andare da un livello basso, legati ad alcuni momenti di vita, mentre altre persone si sentono cosi depresse da non riuscire a svolgere le normali attività quotidiane. Caratteristica comune è la presenza di umore triste, irritabilità, compromissione funzionale, modificazioni somatiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo. I sintomi della depressione più comuni sono mancanza di energia, difficoltà di concentrazione e memoria, agitazione motoria, nervosismo, aumento/diminuzione di peso, alterazione del sonno, mancanza di desiderio sessuale e dolori fisici. Le emozioni sperimentate sono tristezza, angoscia, disperazione, insoddisfazione, senso di impotenza, perdita della speranza, senso di vuoto. Le persone depresse provano pensieri negativi e pessimisti circa sé stessi e il proprio futuro. Molte persone depresse hanno la sensazione che gli altri non possano comprendere il proprio stato d’animo. Chi è depresso ha difficoltà a curare il proprio aspetto. Questo disturbo porta al ritiro sociale e con il tempo danneggia le relazioni con il/la partner, figli, amici e colleghi. Quando si è depressi, si ha spesso la sensazione che il tempo si fermi e che la vita si blocchi in un grigiore eterno e immodificabile. Per recuperare la capacità di valutare correttamente il proprio umore e riuscire a capire se, come e perché esso fluttua, è utile monitorarlo regolarmente usando uno strumento più obiettivo della propria memoria come, per esempio, un diario giornaliero, dove prendere nota di ciò che si prova e del livello di intensità, di cosa si stava facendo in quel momento. Numerosi studi hanno dimostrato come, quando ci si sente giù di morale, sia più facile ricordarsi solo le cose peggiori, il che porta a sentirsi ancora più demoralizzati. L’attività scolastica o lavorativa della persona può diminuire in quantità e qualità soprattutto a causa dei problemi di concentrazione e di memoria che tipicamente presentano le persone depresse. Riducendo o interrompendo le attività ci si sentirà alla lunga ancora peggio e diventerà sempre più difficile accorgersi di questo meccanismo perverso che la memoria mette in atto sui ricordi stessi. Spesso nella depressione sono presenti anche intense e frequenti preoccupazioni, sentimenti di allarme e ansia, pensieri negativi e autosvalutanti come: “Non valgo nulla”, ”È tutta colpa mia”. Si tratta di pensieri controproducenti che inducono la persona a provare scarsa autostima e insicurezza personale, e quindi a impegnarsi poco o per nulla, esponendosi più facilmente a fallimenti e a insuccessi nei rapporti con gli altri. Chi è depresso o portato alla depressione tende ad attribuirsi la responsabilità degli eventi negativi, che considera come manifestazioni di sue caratteristiche generali e durature, mentre tende ad attribuire agli altri o al caso gli eventi positivi, che considera come specifici e temporanei. La cura farmacologica è indicata dal medico competente, di solito i pazienti sono trattati con farmaci antidepressivi, e in parallelo è fondamentale intraprendere una psicoterapia che aiuta la persona ad acquisire strategie funzionali alla soluzione degli episodi depressivi acuti e alla prevenzione delle ricadute. Il ricovero ospedaliero può essere necessario se c’è rischio di suicidio, di danni per sé o per gli altri. La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata molto efficace nella cura della depressione. È stato dimostrato come l’esercizio fisico contribuisca a migliorare l’umore e a far iniziare con più slancio la giornata e sentirsi più in forma, non occorre praticare un’attività sportiva strutturata o impegnativa in termini di tempo, sforzo e denaro, ma sono sufficienti 10-15 minuti di attività fisica al giorno. I familiari spesso tendono a invitare la persona depressa a sforzarsi a reagire, a sorridere, questo comportamento in realtà porta chi ne soffre a stare ancora peggio, aumenta i suoi sensi di colpa e il suo senso di inadeguatezza. In questi casi, sarebbe utile sostenere la persona sofferente a seguire la cura e la psicoterapia.
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