Alla giornata di apertura del 123° Consiglio Nazionale della FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari, che si è svolto a Roma il 13 e 14 giugno 2017, hanno preso parte oltre 1500 delegati sindacali da tutta Italia: una due giorni fitta di dibattiti e appuntamenti con i principali banchieri italiani per discutere del futuro del settore e del ruolo del sindacato, tra fusioni, nuovo modello di banca, sviluppo del digitale. |
Durante il 123° Consiglio Nazionale abbiamo chiesto ad ABI un accordo programmatico per ricercare soluzioni a favore di quelle banche in difficoltà dove è previsto l’intervento dello Stato, ossia le popolari venete e MPS.
Servono soluzioni di sistema e una cabina di regia ABI- sindacati che consentano di gestire queste situazioni di difficoltà, stabilendo un quadro di regole condivise a tutela dei lavoratori.
Abbiamo ribadito che agli eventuali licenziamenti risponderemo con la massima fermezza.
Le ipotetiche deroghe al contratto collettivo potranno essere stabilite unicamente a livello nazionale, poiché non accetteremo forzature all’interno delle singole aziende e dei gruppi bancari. In ABI alcune banche sono silenti per non dare vantaggi le une alle altre, mentre in sede di trattativa aziendale si scatenano e chiedono continuamente deroghe al contratto.
Ora, con la nostra proposta, il “cerino” passerà nelle loro mani.
La proposta della FABI non è un’apertura incondizionata: se ci saranno i presupposti, dovrà essere unitaria e, soprattutto, condivisa dalle strutture aziendali e di gruppo.
Quanto alle due popolari venete, crediamo che ormai sia opportuno uscire da questo letargo.
Abbiamo invitato il Ministero dell’Economia e lo stesso Governo a prendere una posizione chiara sia verso la Commissione Europea sia verso le banche.
Non accetteremo che diktat delle autorità Ue siano utilizzati dai nostri banchieri come un alibi per licenziare.
La FABI, tramite il suo Segretario Generale Lando Maria Sileoni, ha inoltre chiesto all’ABI una riapertura preventiva del dibattito sul nuovo Contratto Nazionale dei bancari, mantenendo però inalterata la scadenza dell’attuale al 31 dicembre 2018 per poter gestire al meglio i cambiamenti e le innovazioni di settore senza doverle subire successivamente e poter creare le condizioni per mantenere i livelli occupazionali, definendo le nuove professionalità e nuovi mestieri.
Un invito a fare fronte comune per evitare che a pagare le crisi delle banche venete siano i lavoratori subito raccolto dai rappresentanti dell’ABI presenti all’evento, Giovani Sabatini, Direttore Generale ABI, ed Eliano Lodesani, capo del Comitato Affari Sindacali e Lavoro di ABI e Chief Operating Officer di Intesa San Paolo.
Massima disponibilità ad un tavolo di confronto ha detto Lodesani: "Lando mi ha passato il cerino”, ha scherzato, “quando lo passa brucia ma illumina anche. Nonostante le difficoltà abbiamo firmato il Contratto, il sindacato e le banche insieme hanno fatto la differenza e dato il 'la' ad altri contratti. Orgogliosamente dobbiamo continuare su quella strada insieme. Sediamo, pur mantenendo la scadenza sul rinnovo e ti dico subito di sì. Sediamo per provare a valutare se si trova insieme una cornice per situazioni critiche e straordinarie e ti dico subito sì. Ho il Comitato Esecutivo il 21 e non credo ci negheranno di sederci con il sindacato".
Le proposte della FABI per salvare il settore e le banche in crisi hanno ottenuto, ancora una volta, la ribalta mediatica.
Ampi servizi sono stati dedicati a questo importante evento sui principali quotidiani nazionali e locali che hanno riportato le dichiarazioni del leader della FABI Sileoni: “Fronte comune contro i licenziamenti”.
Ecco il video e il testo integrale dell'intervento: