I permessi per il 2016 saranno assegnati in base al numero di iscritti rilevati al 30 settembre 2015, tra i quali saranno computati come lavoratori full time anche i part time.
L’accordo ha ridefinito le regole sulle assemblee, permettendo ai lavoratori delle unità produttive fino a 2 dipendenti di partecipare non più di 5 ore e due volte annue alle assemblee dell’unità produttiva più vicina, garantendo ai lavoratori con orario continuato il medesimo diritto.
Infine è stato stabilito che, a partire dal rinnovo dell’attuale Contratto e comunque dal primo gennaio 2019, saranno ammesse alla contrattazione nazionale solo le organizzazioni sindacali che rappresentino oltre il 5% degli iscritti ai sindacati di settore.
A margine dell’accordo, è stata poi messa nero su bianco l’intesa sul Fondo per la nuova Occupazione, che prevede un aumento dell’8% delle retribuzioni dei giovani assunti con il Fondo prima del 31 marzo 2015, in linea con quanto stabilito nell’accordo sul nuovo contratto nazionale. Si tratta di un aumento di 175 euro in busta paga per 13 mensilità a partire da gennaio, più i relativi arretrati.
Il Fondo per la nuova occupazione avrà, infine, maggiori risorse a disposizione per agevolare la nuova occupazione, visto che le banche potranno usufruire degli incentivi statali per le assunzioni a tempo indeterminato previsti dalla legge di stabilità 2015.
IL COMMENTO DI SILEONI E LA PROPOSTA DEL SINDACATO BANCARIO UNITARIO.
“Esprimiamo soddisfazione per l’accordo sulle agibilità sindacali del settore bancario firmato oggi in ABI, che premia la rappresentatività delle organizzazioni e valorizza il peso degli iscritti. In quest’occasione formuliamo una proposta, da attuare a partire dal 2018, che condivideremo con le altre sigle sindacali con l’obiettivo di irrobustire la forza politica e negoziale delle parti sociali a vantaggio dei lavoratori”. Questo il commento di Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI. “Proponiamo di dare vita a un sindacato unitario dei bancari, in cui il Direttivo Centrale, la Segreteria Nazionale e il Segretario Generale stesso siano eletti, ogni due anni e con limite di mandato, direttamente e a scrutino segreto dai 309mila lavoratori del settore, attraverso referendum. In base alla nostra proposta, oltre il 75% dei contributi sindacali degli iscritti dovranno andare alle strutture provinciali delle organizzazioni sindacali, che manterranno la loro autonomia finanziaria e politica, il 15% ai coordinamenti sindacali aziendali e di gruppo, anche questi politicamente e finanziariamente autonomi anche rispetto ai loro ruoli nelle aziende, e il 10% alla segreteria nazionale unica”, ha concluso Sileoni.