Negli ultimi mesi il fenomeno negativo delle pressioni commerciali è cresciuto fortemente, e sempre più spesso i lavoratori di Banca Apulia sono costretti a subire comportamenti lesivi della propria dignità umana e professionale. |
Nel corso di tale incontro tali pressioni commerciali sono state denunciate come un fenomeno trasversale perché a cascata coinvolgono tutta la filiera di vendita.
Raggiungere il budget sempre più vicino e sempre più alto, in un gioco al continuo rialzo, non lascia scampo e costringe quotidianamente i lavoratori a fare i conti con ansia, stress e malesseri psicologici generati dalle aspettative sempre più crescenti ed inadeguate ad un corretto sistema di mercato certamente non impostato su principi etici.
Assistiamo ogni giorno a ricorrenti telefonate, controlli serrati e continui, minacce esplicite, ricatti e umiliazioni ai danni dei lavoratori per verificare la quantità del venduto con lo stillicidio dei report tramite e-mail.
E per fortuna che il Direttore Generale Murari aveva dichiarato al tavolo sindacale che voleva differenziarsi rispetto alle abitudini precedenti puntando a strategie di medio lungo periodo.
A chi torna utile la triste pratica delle pressioni commerciali ?????
Certamente al Top Management e a qualche fedele collaboratore che può incassare un incentivo di decine di migliaia di euro pari al reddito annuo di 3 o 4 lavoratori.
Senza parlare della preoccupante violazione delle regole di comportamento professionale in tema di antiriciclaggio più volte denunciata nei vari incontri ed ancora, purtroppo, ambiguamente incoraggiata dai vari livelli gerarchici.
Infatti secondo i nuovi santoni della finanza creativa e d’assalto la quantità è più importante della qualità e dell’etica che si imbroglia e si tradisce con ricorrenti e vergognosi comportamenti.
A questo proposito richiamiamo tutti i lavoratori ad un corretto operato, nel rispetto delle normative vigenti, per non incorrere in errori, violazioni e responsabilità personali e professionali anche di natura penale.
Da più parti si leva un coro unanime per tornare ad esercitare un reale ruolo di raccolta del denaro per sostenere la crescita e lo sviluppo del territorio.
Basta con le strategie di vendita mordi e fuggi o di breve periodo.
Basta con le pressioni, i ricatti, le angherie, i report e le telefonate intimidatorie anche perché pensavamo che il cottimo fosse superato da tempo.
Vista l’inutilità degli incontri finora svolti e l’assenza di interventi risolutivi in tema di organizzazione del lavoro per modificare tali vizi nei comportamenti, chiediamo di formalizzare al più presto un protocollo d’intesa sulle pressioni commerciali in cui mettere a punto un complesso di regole che agevolino l’applicazione del codice etico e comportamentale per garantire un adeguato sistema di relazioni che metta al centro l’importanza della relazione umana ed il sacrosanto rispetto della dignità dei propri dipendenti.
Vi assicuriamo la nostra continua e costante attenzione rispetto al fenomeno per porre fine a tali pressioni dannose per permettere a ciascun lavoratore di operare in un clima di serenità e di benessere psico-fisico e sociale.
Bari, 14 Maggio 2013
FABI FIBA/CISL FISAC/CGIL UILCA