I lavoratori del Gruppo Intesa Sanpaolo hanno aderito in massa allo sciopero proclamato dalla FABI e dalle altre organizzazioni sindacali. Ben il 90% di loro è, infatti, rimasto a casa. Mentre presidi si sono svolti davanti alle sedi Intesa sanpaolo di Milano, Torino, Bologna e Parma e presso il centro contabile di Moncalieri (TO). |
La risposta dei Lavoratori è un no secco a diventare ostaggi di un piano di impresa in continuo rifacimento, in balìa dell'onnipresente Mc Kinsey, che si scaraventa sui dipendenti e sui clienti.
“La forza travolgente delle adesioni allo sciopero è un segnale senza equivoci al gruppo dirigente di Intesa Sanpaolo”, dichiarano a caldo in una nota unitaria la FABI e le altre organizzazioni sindacali, “Senza le Lavoratrici ed i Lavoratori, senza il loro rispetto e il loro valore, ogni scelta di Intesa Sanpaolo sarà nulla in partenza”. “Altri”, suggeriscono i sindacati, “sono i costi insostenibili da tagliare contenuti nel Bilancio 2011: centinaia di poltrone dei consigli Amministrazione e delle Società collegate al Gruppo, il circo dei maxi-consulenti e la politica imperante dei compensi dei manager, che complessivamente valgono centinaia di milioni”.