Il sogno di Squinz è quello di dimezzare lo spread di produttività con la Germania? Come? Per il Presidente di Confindustria sarebbe utile «lavorare qualche ora in più.. Se vogliamo recuperare il 10%, si fa presto a fare i conti». Ma i conti poi non li fa mai nessuno. Leggendo i più recenti dati Ocse emerge subito qualcosa di paradossale. |
La Norvegia si piazza al terzultimo posto per ore lavoro. Si potrebbe pertanto pensare che il norvegese sia attento esclusivamente alla propria vita privata e al proprio tempo libero, se non fosse che risulta essere il più produttivo in assoluto con un grande contributo al Pil nazionale che altri paesi si sognano.
E in Italia? L’italiano lavora tantissime ore: 1.774 in un anno, in media Ocse (1.775), ma ben al di sopra della media dell’Eurozona (1.573) e addirittura 363 ore in più rispetto a un tedesco.
Ci si aspetterebbe che un norvegese lavorasse come un mulo. Invece no!
I ritmi italiani sono equiparabili a quelli dell’operoso giapponese (1.728), eppure la produttività, che l’organizzazione parigina calcola come Pil per ora lavorata, stenta.
Nel 2011 erano 45,6 dollaro contro quasi il doppio della prima della classe, la Norvegia (81,5), che però totalizza il 20% in meno di ore lavoro.
Ore lavorate e produttività, a quanto pare, non camminano mano nella mano nella stessa direzione.
Non serve lavorare di più, ma lavorare meglio.