I lavoratori del Gruppo Unicredit sono pronti a incrociare le braccia tutta la giornata di venerdì 27 luglio. Lo sciopero è stato indetto il 9 luglio 2012 dalla FABI e dalle altre organizzazioni sindacali, dopo che si sono rotte le trattative sul premio aziendale relativo al 2011 ed è fallita la procedura di conciliazione in Abi. L’azienda ha, infatti, dimostrato la propria indisponibilità a discutere del VAP prima dell’inizio della trattativa sul nuovo piano industriale. Una posizione di netta chiusura contro la quale i sindacati hanno indetto la mobilitazione, come già minacciato nei giorni scorsi. “Il premio aziendale non può essere oggetto di ricatto”, aveva dichiarato recentemente il Segretario nazionale della FABI, Mauro Morelli. Soprattutto alla luce delle enormi cifre spese dal Gruppo per i premi discrezionali e i bonus ai manager. |
“Grave perché l’azienda ha erogato quasi 100 milioni di premi discrezionali più bonus e 270 milioni di stock option”, ha sottolineato Morelli.
“Inaccettabile perché il premio aziendale è previsto da precise norme contrattuali”.
“E in ogni caso la proposta dell'azienda di pagare il VAP non può avvenire a fronte della discussione di alcuni pezzi del piano”, ha spiegato Morelli a Il Sole 24 Ore . “Vogliamo vederci chiaro, se l'azienda vuole parlare del piano, data la sua complessità, deve parlarne a 360°, in modo che vi possa essere la sua piena comprensione. Ci è stato detto che ci sono 444 milioni di euro di risparmi da fare, vogliamo capire dove e come”.
Infine una nota sui lavoratori. “Il 2011”, ha concluso il Segretario nazionale della FABI, “è stato un anno particolarmente difficile, in cui il personale sulla rete ha dato il meglio di sè per mantenere il gruppo in un perimetro di risultati soddisfacenti. I dipendenti sono esposti a continue difficoltà operative nella quotidianità, ci sono pressioni commerciali forti, mentre il mercato è più difficile e selettivo. Lo sciopero oltre a scaturire dalla discussione sul premio aziendale, è il nostro modo per dimostrare all'azienda che il disagio dei dipendenti è molto alto”.