La domanda ce la siamo posta più e più volte: come fare per comprendere, almeno a grandi linee, cosa effettivamente l’Italia del fascismo andava compiendo per assicurarsi quella parte di Impero proclamato nel ’36 dal suo Duce? Dal ’36 al ’38 migliaia di Italiani continuavano a morire su quelle lande africane, qua e la scosse dai movimenti rivoltosi, ma a posteriori della proclamazione dell’Impero, l’italico regime nascondeva alle sue genti che l’Etiopia (questo è il contesto del libro) era in preda a una incessante guerra coloniale, contraddistinta da ogni brutalità; non esclusa beninteso la brutalità gratuita e becera degli occupanti . |
Un libro di storia, dunque?
No, o almeno, non proprio.
Gli autori sono appassionati di ricerche d’archivio e,
ovviamente, si appassionano nel tentare di ricostruire gli avvenimenti storici avvalendosi di migliaia di carte, documenti, rapporti, telegrammi, fotografie, ecc..
In definitiva avvalendosi di testimonianze oramai indirette di persone che, ciascuna con le proprie responsabilità e indole, hanno determinato quegli avvenimenti e posto le premesse per il disastro finale del colonialismo che, anche in questo caso un po’ superficialmente, conosciamo.
Tuttavia questo è un romanzo (romanzo storico!) con i moltissimi suoi protagonisti: il magistrato militare Col. Vincenzo Bernardi, il Ten. Vittorio Valeri, lo scimbasci Welè e - come non citarli - le S.E. Graziani, Badoglio, i vari generali, colonnelli, centurioni; nonchè, sul fronte opposto, i RAS locali che, da Addis Abeba, a Macallè, alle alture del Goggiam e sugli altopiani del lago Tana, mal sopportavano l’arroganza e la prepotenza di questi Italiani.
Colpisce, ripetiamo, l’abbondante ricorso, da parte degli autori, ai testi di telegrammi, rapporti militari segreti, tutti dettagliatamente protocollati e riportati di sana pianta (documenti che sarebbe impossibile inventare o adattare a usi d’autore).
Su questo terreno a noi pare che il libro costituisca un valido tracciato storico per rispondere ai dubbi che abbiamo inizialmente declinato.
Nel romanzo “I Fantasmi dell’Impero” il Col. Bernardi è un magistrato militare integerrimo, incaricato di indagare segretamente sugli eccessi (fucilazioni, rappresaglie, ecc ...) messi in opera a puro titolo di prevenzione da un ristretto manipolo di responsabili locali dopo l’attentato a S.E. il viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani.
Occorre isolare i violenti e giungere al cambio dei più diretti responsabili, per tentare di sedare i germi della nascente rivolta della resistenza etiope ...
Con il reale pericolo di perdere la vita, anche Bernardi si ritrova tra i due fuochi contendenti il comando, quello della milizia fascista e quell’altro dell’esercito e dell’arma dei carabinieri, senza contare il suo ferimento, cattura e la cruenta prigionia da parte degli insorti.
Forse si tratta di un romanzo?
Forse no?
Per quanto ci riguarda, dopo aver letto, in una nota finale del romanzo, che lo stesso Vincenzo Bernardi (nome inventato) ha egli stesso un corrispondente volto e nome autentico in Bernardo Olivieri, Capo della giustizia militare dell’Africa orientale Italiana e, dopo averne ricevuta l’ennesima sorpresa, cominciamo seriamente a sospettare che questo testo narri di accadimenti, personaggi e contesti, tutt’altro che fantasiosi.
Buona lettura a tutti quanti.