Eppure lui non guardava oltre il suo abituro. E continuava a lamentarsi. “Povero! Povero!” Un bel giorno si mise in cammino, e poco fuori dal recinto che era intorno alla sua casupola, si avvide dei campi di mais e girasoli: come sono belle queste piante pensò, prenderò qualche pannocchia! Poi colse bacche e ribes nel bosco. Trovò la pentola d’oro, raccolse il miele e non mancò di riscaldarsi al sole. Mangiò l’uva, infine bevve l’acqua del ruscello e fu ristorato dalla sua frescura.
Come aveva fatto a non accorgersi prima di tutto ciò?
Tutto quello di cui aveva bisogno e che lo avrebbe fatto felice era proprio lì, proprio appena fuori dal recinto di casa propria.
E in quel giorno, per la prima volta, si disse: come sono ricco!
La morale a cura di Emanuela Vigano’, psicologa responsabile del servizio gratuito dedicato agli iscritti “FABI ti ascolta” (per saperne di più visita il nostro sito www.fabigvb.it sezione “servizi”): spesso non vediamo le cose buone che ci stanno attorno. Perché? Forse perché non le cerchiamo! Ci concentriamo troppo spesso solo sull'aspetto negativo dell'esistenza: preoccupati di evitare quanto vi è di brutto o cattivo. Dovremmo essere più disposti a vedere le cose belle e buone. Così facendo potremmo riuscire, non importa se anche in piccolissima parte, a trasformare le nostre famiglie, i nostri vicini e le altre persone che stanno attorno a noi. Vivere la vita in maniera più leggera, ci farebbe sentire meglio, permettendoci di trovare più facilmente soluzioni ai vari problemi. Vi capita mai, quando andate a fare la spesa, di incontrare amici o conoscenti e di fare due parole? Si parla di famiglia, lavoro, figli, etc etc. Vi siete mai accorti che siamo talmente tutti presi dalle ansie, dai problemi, che apprezziamo sempre meno le cose belle che ci circondano?
Si potrebbe imparare a indirizzare diversamente le propri energie.
Ci sono diverse tecniche ma, una molto importante, è quella di non prendersi troppo sul serio, cercando di staccarsi dall’emozione (della preoccupazione, dall’evento in questione..) e provando a chiedersi: dov’è il bello che non vedo? Come potrebbe essere meglio e diversamente da così? Bisognerebbe usare l’immaginazione in maniera più costruttiva, ricercando anche lo spirito di avventura, il divertimento, come quando si era bambini e ci si divertiva con poco; bastava l’immaginazione: magicamente tutto sembrava possibile.