C’E’ ANCHE CHI SI INVENTA NUOVI MODI DI FARE BANCA

Nel mese di aprile viene consegnata una corposa lettera di contestazione a un collega che gestisce un portafoglio di clienti small business. Un'ispezione dell’Ufficio Internal Audit della banca ha verificato un’apparente strana relazione tra il collega e una delle società presenti nel suo portafoglio.

Dall’ispezione sarebbe emerso che il collega avrebbe effettuato numerosi e frazionati prelevamenti di denaro contante dai conti correnti della società per effettuare operazioni di acquisto titoli disposte dal cliente stesso, però effettuate con notevole ritardo. Questa anomalia era emersa per la prima volta quando il cliente aveva chiesto al Responsabile della filiale il motivo dei ritardi nell’acquisto dei titoli rispetto alle operazioni di prelievo. Dopo un ulteriore ispezione è risultato che il collega inseriva gli acquisti dei titoli solo dopo alcuni mesi. Nel corso dell' indagine sono state rinvenute all'interno del fascicolo della società interessata dalle anomalie diverse buste contenenti denaro contante. Una situazione molto strana dato che le stesse erano comparse improvvisamente in un luogo dove i colleghi giornalmente avevano accesso. È' stato inoltre accertato che nello stesso mese, e quindi in palese e stretta correlazione temporale, sul conto corrente del collega sono transitati diverse operazioni di accredito derivanti da bonifici fatti da terze persone e un ultimo e successivo accredito da parte di una finanziaria per un importo di 25.000 euro. I punti contestati sono quattro e riguardano: primo, nella movimentazione gestione dei conti correnti della società il collega ha adottato modalità operative del tutto anormale; secondo, aver investito a 3/5 mesi di distanza le somme prelevate e solo dopo che il cliente ha chiesto informazioni; terzo, gli importi prelevati dai conti correnti sono stati rinvenuti in modo anomalo all'interno della filiale, in un plico mai visto precedentemente, posto all'interno del fascicolo anticipo fatture del cliente; quarto, dalla verifica dell'operatività del conto corrente del collega, risultano registrate operazioni di provvista di denaro per coprire ammanchi finanziari personali e la successiva restituzione delle somme una volta ottenuta l'erogazione del prestito da parte di un finanziaria. Dall’indagine amministrativa dell’Audit viene inoltre rilevata una “tensione” finanziaria risultante dai rapporti intestati al collega, periodici sconfinamenti e movimentazioni anomale in aperto contrasto al codice di comportamento aziendale. Il collega viene dunque rimproverato per aver utilizzato, carpendo la fiducia del cliente, somme di denaro distratte temporaneamente e in modo subdolo e irragionevole per coprire problemi finanziari personali. L'istituto di credito evidenzia inoltre la lesione a codici di comportamento fondamentali in un rapporto di lavoro: "ogni dipendente deve agire legalmente e secondo buona fede, in modo da tutelare la reputazione dell'azienda, svolgendo tutte le attività con la diligenza richiesta dalla natura del proprio incarico e assicurando un rapporto professionale adeguato al proprio livello di responsabilità. Ogni decisione, azione, operazione e in generale ogni condotta deve essere improntata ai principi di onestà, correttezza e trasparenza. Ogni dipendente è tenuto a rispettare gli obblighi di fedeltà evitando qualsiasi comportamento che possa causare direttamente od indirettamente un danno all'azienda. In ultimo, tutto il personale e' tenuto a controllare i propri livelli di indebitamento, anche con altri intermediari al fine di non compromettere la propria solvibilità.” L'azienda conclude invitando il collega, entro cinque giorni dal ricevimento della lettera, a presentare le sue controdeduzioni di difesa in assenza delle quali è libera di adottare il provvedimento disciplinare ritenuto più adeguato. Il collega a difesa di quanto gli viene contestato, risponde sostenendo che non aveva assolutamente carpito la fiducia del cliente dato che i legali rappresentanti della società avevano liberamente e concordemente firmato le contabili ed erano pienamente consapevoli del tipo di operatività da lui condotta. Il frazionamento delle somme era finalizzato infatti ad
accumulare una somma di denaro adeguata per l’investimento. Le somme inoltre erano custodite presso la filiale all’interno di una busta depositata nella cassaforte. Il collega contesta l’insinuazione della correlazione temporale tra le operazioni di addebito e le operazioni di accredito sul suo conto corrente. Tali operazioni erano semplici prestiti effettuati da amici e persone care che avevano preso a cuore la sua non facile situazione finanziaria. Alla luce delle controdeduzioni prodotte e dalla particolare situazioni finanziaria la banca ha adottato, in conformità al CCNL, il provvedimento disciplinare della sospensione dal servizio e dal trattamento economico per un periodo di 10 giorni consecutivi e l’immediato trasferimento presso un’altra unità produttiva, provvedimento che il collega ha accettato di buon grado rinunciando a qualsiasi tipo di impugnazione.