Facendo seguito a un reclamo da parte di una cliente, l'Ufficio Internal Audit promuove alcuni accertamenti presso la filiale dove questa intratteneva i rapporti. Dopo un mese dall’ispezione al collega, che gestiva la posizione, viene consegnata una lettera con la quale l’azienda gli contesta importanti responsabilità lesive e in contrasto con la normativa aziendale. Nel dettaglio si contesta l'apertura di un conto corrente a favore di un soggetto protestato a causa dell’emissione di 7 assegni a vuoto. |
Nella lettera però non viene contestato solo questo fatto. Durante l'ispezione, infatti, vengono rinvenuti tre raccoglitori nella postazione del collega contenenti disposizioni sottoscritte "in bianco". Nei raccoglitori sono presenti diversi moduli di bonifico firmati e per metà compilati. In alcuni manca solo l'importo, in altri manca sia l'importo che l’indicazione del beneficiario, altri ancora sono privi di tutto tranne che la firma dispositiva di addebito. Sempre nel raccoglitore sono presenti anche diverse distinte di versamento, anche queste in bianco, recanti solo la firma e il numero di conto corrente dei clienti. In altre, pinzati nell'angolo in alto, assegni postdatati da versare a distanza di alcuni mesi. Vengono inoltre trovate disposizioni di cessione pro solvendo firmate da clienti e anticipi estero firmati in bianco. Dopo l'elenco di tutta la documentazione rinvenuta nei tre raccoglitori la banca, come di consueto, invita il collega a far pervenire alla Direzione Risorse Umane, entro cinque giorni dalla ricezione della lettera, le sue memorie difensive precisando che, trascorso il suddetto periodo senza che sia pervenuta una valida giustificazione, si ritiene libera di adottare il provvedimento disciplinare più idoneo ai sensi del vigente CCNL.
Il collega risponde nei termini stabiliti e nella sua memoria difensiva rigetta integralmente tutte le accuse mosse nella lettera di contestazione. Per quanto riguarda l'apertura del conto corrente il collega dichiara di aver seguito le disposizioni del suo diretto superiore: il direttore. L'apertura del conto corrente si era resa necessaria per celare l'utilizzo degli assegni da parte di un altro soggetto protestato soprassedendo al fatto che pure il cliente di nuova acquisizione non aveva un passato roseo. Il collega quindi sottolinea nelle memorie difensive che ha diligentemente eseguito un ordine superiore aprendo formalmente il conto corrente. Per quanto riguarda i tre raccoglitori nei quali sono stati trovati numerosi documenti e disposizioni firmate in bianco il collega si dichiara totalmente estraneo e non responsabile né della raccolta e né della custodia di detti documenti. Dichiara tuttavia che era prassi consolidata negli anni e nota a tutti i colleghi, che lavoravano o che avevano lavorato presso quella filiale, che ci fosse la consuetudine di raccogliere e conservare disposizioni in bianco già firmate dai clienti, questo per agevolare i clienti stessi, per guadagnare tempo e soprattutto per offrire un servizio a favore di quelli che avevano difficoltà a recarsi con quotidianità in
filiale. Il collega dichiara inoltre che, anche se non lo può provare, i raccoglitori quasi per magia si sono materializzati guarda caso proprio nella sua postazione.
Il collega per concludere si dichiara totalmente estraneo ai fatti a lui imputati dato che le disposizioni in bianco non erano state da lui raccolte tantomeno usate, attività che si poteva benissimo provare verificando la matricola sulle singole operazioni poi eseguite.
Inoltre si dichiara non responsabile nemmeno in merito all'apertura del conto corrente al soggetto protestato in palese violazione del regolamento interno aziendale dato che aveva diligentemente eseguito un ordine del suo diretto superiore.
La banca, dopo aver ricevuto e valutato le controdeduzioni del collega, si è limitata al semplice rimprovero scritto.