Un collega che svolge principalmente l'attività di cassiere e lavora da circa dieci anni in una piccola filiale di tre persone, dove l’armonia e la fiducia sono ingredienti quotidiani da impiegare sia verso i colleghi sia nei riguardi dei clienti, riceve una contestazione dall’azienda che si articola su due punti principali. Nel primo punto la banca evidenzia che non ha valutato e rilevato, nel rispetto delle disposizioni di legge in materia di antiriciclaggio, le numerose operazioni di cambio assegni... |
In conclusione il collega ribadisce di aver agito sempre in completa e totale buona fede e che i suoi comportamenti sono stati certamente indotti dalle circostanze legate sia alla dimensione della filiale sia al comportamento dei suoi Responsabili, orientati esclusivamente alla crescita dei numeri e al raggiungimento dei budget, i quali sempre lo incitavano a fare buon viso a cattivo gioco. Dopo qualche giorno la banca, preso atto delle giustificazioni, comunica che viene adottato nei confronti del collega il provvedimento disciplinare della "sospensione dal servizio e dal trattamento economico" per un periodo di un giorno, provvedimento che il collega, alla fine, preferisce non impugnare pur consapevole che ciò comporta pregiudizi professionali e anche economici (per un anno mancato riconoscimento dei premi aziendali e del Vap).