Buongiorno colleghi della FABI, mi permetto di condividere con voi alcune considerazioni sul Piano Industriale. Sicuramente il taglio delle filiali produrrà un beneficio di costi. Personalmente però credo che il contenimento dei costi possa essere perseguito anche in altri modi e non solo tagliando la “vera” rete. La nuova organizzazione ha creato ruoli – che a detta dei colleghi di rete – non servono e sono inutili!!! Quindi sarebbe auspicabile, visto che le filiali dicono che questi ruoli creati per aiutarli non gli danno valore aggiunto e pertanto non servono, che spiegassero meglio questi ruoli a cosa servono, a chi servono e quanto ci costano. La nuova organizzazione che aboliva le Aree avrebbe dovuto portare da subito un contenimento dei costi, ma personalmente non capisco in che modo, considerato che tutti i colleghi che erano nelle aree sono stati spostati nelle Direzioni Territoriali e nessuno è approdato nella “vera” rete. Mi sbaglierò, ma secondo me sono aumentati anche i costi per la mobilità. Se gli affitti delle vecchie aree sono rimasti gli stessi, ma gli stabili sono sempre più vuoti e inutilizzati a cosa è servita tutta questa operazione. Non sarebbe stato meglio mantenere le aree e dimostrare di essere una vera banca del territorio? Scusate lo sfogo, ma vedere che si vanno a chiudere filiali e che si sono mantenuti e inventati ruoli inutili lascia un po’ di amaro in bocca. La rete ha sempre fatto il proprio dovere, ante e post riorganizzazione. E’ sbagliato tagliare le filiali e il personale che ci lavora; bisognerebbe intervenire su quei ruoli creati sì per aiutarci, ma che alla fine non portano nessun contributo o valore aggiunto al nostro lavoro. Che facciano andare, operativamente, un po’ di più le mani anche loro! |
Sono molti i colleghi che ci manifestano analogo sconforto.
Purtroppo in ogni riorganizzazione ci sono delle criticità e per trovare il giusto equilibro ci vuole sempre un po’ di tempo.
Certo i colleghi lavorano in un contesto che continua a cambiare rapidamente, che richiede continui correttivi, e questo di certo non aiuta. Non possiamo che rilevare quotidianamente l’enorme fatica fatta dai colleghi che lavorano in rete.
Da parte nostra facciamo il possibile per sottoporre all’azienda questo stato di diffuso malcontento e non manchiamo di essere propositivi nel suggerire quelle che ci paiono idonee soluzione ai problemi segnalati confidando che l’azienda voglia ascoltare i dipendenti.
Speriamo anche l’azienda si renda conto che così non va.