L'articolo 6 del predetto accordo stabilisce che il fondo venga finanziato attraverso:
a) un contributo ordinario dello 0,2%, di cui due terzi a carico del datori dei lavoro e un terzo a carico dei lavoratori, calcolato sulla retribuzione imponibile ai fini previdenziali di tutti i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato compresi i direigenti;
b) un contributo addizionale a carico del datore di lavoro, in caso di finanziamento di specifici trattamenti a favore dei lavoratori interessati da riduzione o sospensione dell'attività lavorativa, ivi comprese le prestazioni di solidarietà intergenerazionale, nella misura non inferiore all'1,5%, calcolato in rapporto alle retribuzioni perse. Fino a oggi l'azienda non aveva provveduto al pagamento di quanto dovuto in attesa delle indicazioni dell'INPS che con circolare n. 90 del 6 maggio 2015 dopo aver ripercorso il quadro normativo, ha fornito istruzioni sulle prestazioni del fondo, i requisiti del datore di lavoro e dei lavoratori, gli adempimenti per chi ha in carico la matricola aziendale, le modalità di finanziamento delle prestazioni e le modalità di compilazione sul flusso Uniemens. Più precisamente per il finanziamento delle prestazioni ordinarie è dovuto al Fondo il contributo dello 0,20%, di cui 0,133% a carico del datore di lavoro e 0,067% a decorrere dal 1° luglio 2014.
Pertanto l'azienda ha provveduto ad adeguarsi alla normativa trattenendo, nel cedolino di giugno, le mensilità arretrate del contributo ordinario (periodo luglio 2014 – aprile 2015) che ha versato entro il termine ultimo del del 17 agosto 2015 (in quanto il 16 cade di domenica) indicato nella circolare INPS.
E’ utile ricordare che il CCNL, recentemente approvato dai lavoratori, ha fornito interessanti spunti sulla gestione dei consistenti esuberi annunciati nel settore del credito. Si pensi che per le sole banche popolari si parla di 20.000 persone (e, quindi, di altrettante famiglie) interessate da possibili licenziamenti. Finalmente si prende atto che nella fase di transizione lavorativa, oltre al sostegno al reddito, è necessario concentrarsi sulle politiche attive per agevolare la ricollocazione del personale in esubero.
Quattro le mosse:
- istituzione di una piattaforma informatica per agevolare l’incontro tra domanda ed offerta nel settore
bancario;
- manifestazione di disponibilità delle aziende creditizie a “...valutare prioritariamente...”, all’atto della ricerca
di nuovo personale da reclutare, i soggetti che hanno subito un recesso per motivi economici e che saranno
inseriti nella piattaforma informatica;
- utilizzo del Fondo per l’Occupazione (alimentato con contributi dei singoli lavoratori) al fine di destinare alle
aziende che assumono anche i lavoratori di cui al punto 2 un incentivo economico per i primi tre anni di Euro
2.500/anno;
- riconoscimento non solo dei trattamenti di sostegno al reddito o di accompagnamento verso la pensione, ma
anche iniziative di riqualificazione o riconversione professionale per agevolare il mantenimento del posto di
lavoro.
- in un periodo di costante arretramento dello stato sociale e di riduzione delle forme pubbliche di aiuto, la
solidarietà tra lavoratori è fondamentale e il finanziamento da parte dei dipendenti del settore bancario di fondi per l’aiuto ai colleghi in transizione o in difficoltà è uno strumento di straordinaria efficacia e che dovrebbe essere preso a modello. - la formazione è uno strumento prioritario da utilizzare al fine di evitare ogni tipo di licenziamento, che solo così diventa extrema ratio.