Carissimi colleghi, da iscritto, ho trovato l'articolo su A.R.CO. apparso su uno dei numeri del vostro giornalino, veramente fuori luogo. Nell’A.R.CO. non ci sono forzature di sorta, si invitano i colleghi a proporre determinati prodotti nel rispetto delle esigenze del cliente e non per vivere momenti di effimera visibilità. Spetta al collega, con la responsabilità che le è propria e senza cedere ad esagerazioni, individuare quel target di clientela che necessiti di un prodotto assicurativo gestito o di un premio ricorrente; salvo avere l’accortezza e la lungimiranza, qualora non fosse presente nel portafoglio che gestisce, di acquisire nuovi rapporti tra le enormi possibilità offerte dal mercato. Ritengo pertanto che la speranza di un futuro sereno, in un settore difficile e mutante come è attualmente il nostro, sia demandata alla capacità di anticipare e comprendere gli eventi, ispirandosi ad una maggiore responsabilità e professionalità individuale. Stefano Achilli |
Ci dispiace che tu abbia trovato il nostro articolo fuori luogo e sappiamo che in A.R.CO. non ci sono forzature, ma il rischio che l’iniziativa possa far cadere in errore qualche collega che, anziché trovare quel giusto equilibrio, potrebbe preoccuparsi di più di fare bella figura con la direzione è veramente elevato. Avremmo numerosi esempi da sottoporti che dimostrano come molti colleghi vengano persuasi, da qualche manager, che il bene dell’azienda consista esclusivamente nel raggiungere i risultati a tutti i costi e per questo indotti a vere e proprie forzature che non elenchiamo, ma di cui abbiamo ampia documentazione in nostro possesso.